Caos Psd’Az irrisolto, il rimpasto della Giunta resta bloccato

Alessandra Carta

di Alessandra Carta

Christian Solinas è fuori Sardegna. Col presidente della Regione non si potrà parlare sino a mercoledì, nemmeno di rimpasto della Giunta sul quale il Psd’Az, il partito del governatore, si sta scannando. Anche su Facebook. E senza accordo nei Quattro Mori non si può procedere al cambio degli assessori. L’ennesima settimana rischia di passare senza che sia cambiato qualcosa. Anzi, con la Omnibus 2 alle porte, ovvero una nuova manovra di assestamento finanziario, c’è il rischio che la revisione dell’Esecutivo passi in secondo piano.

Ci sono più questioni, e tutte intrecciate, all’interno del Psd’Az. La prima è che Nanni Lancioni, il più fidato consigliere di Solinas, vuole fare l’assessore. Ma Gianni Chessa, a cui Lancioni prenderebbe il posto perché la casella rientra nella spartizione ‘Sud Sardegna’, non ne vuole sapere di mollare la delega al Turismo. Il secondo grande nodo interno è dato dagli attriti sul fronte ‘Nord Sardegna’, con l’onorevole Giovanni Satta che lavora per spingere fuori dalla squadra di Governo il titolare dell’Urbanistica e degli Enti locali, Quirico Sanna, il quale, a sua volta, per non tornare a Olbia a fare l’avvocato, sta dicendo che lui e Chessa devono restare in Giunta perché hanno lavorato bene.

Siccome non se ne esce, Solinas ha tentato una mossa: da una decina di giorni, tramite il suo entourage, ha fatto filtrare un’ipotesi di divisione delle poltrone. Lo schema funziona così: un assessore scelto dal gruppo in Consiglio regionale, uno dalla maggioranza del partito, il terzo dalla minoranza. La ripartizione delle tre attuali deleghe che ha il Psd’Az in Giunta è avvenuta invece un po’ a sentimento: Chessa era stato premiato con la delega al Turismo perché a Solinas ha portato voti e con lui ha fatto tutto il percorso politico sino all’abbraccio con la Lega; Sanna è stata la carta da giocare per ricompensare il risulto elettorale della Gallura (ma Sanna non era nemmeno candidato); Gabriella Murgia, parente dell’avvocato Costantino Murgia, uno dei grandi elettori di Solinas, si è trovata al momento giusto con l’aggancio giusto.

Solinas ha visto la delegazione sardista venerdì 29 aprile (nella foto di copertina). Doveva essere l’incontro chiarificatore e risolutore, invece ha fatto esplodere ulteriori contrasti. Perché Satta ha chiesto di azzerare la Giunta; il capogruppo in Aula, Franco Mula, ha detto di mandare a casa sia Chessa che Sanna. Muto come un pesce, invece, Antonio Moro, il presidente del partito, il grande escluso dalla Giunta a marzo 2019, proprio per volontà di Solinas e per fare posto a Sanna, ma col quale il presidente sta provando a recuperare terreno, sino a prospettargli un assessorato.

Come se non bastasse, ieri su Facebook uno dei dirigenti storici del partito, Antonio Delitala, quarant’anni di curriculum dentro i Quattro Mori, ha scritto un lungo post che non facilità di certo gli accordicchi interni in corso in queste ore. “Leggo che alla riunione” di venerdì col governatore “hanno partecipato diversi esponenti” del Psd’Az “tra cui Antonio Moro, indicato come capo dell’opposizione interna. Sono rimasto molto meravigliato”, scrive Delitalia, “e come me tantissimi altri dirigenti e militanti sardisti. Vivo e partecipo da decenni alla vita interna del Psd’Az”, di cui Delitala è stato anche segretario nazionale, “sono membro di diritto del Consiglio, coinvolto da decenni nell’organizzazione di convegni”, eppure “apprendo solo oggi che nel partito esiste una minoranza con a capo Antonio Moro, eletto presidente all’ultimo Congresso, ma con i voti di tutti proprio perché non vi sono maggioranze o minoranze”. Delitala ha aggiunto: “In tanti ci siamo chiesti chi siano i componenti di questa minoranza che pretendono per Moro un assessorato e soprattutto a quale Consiglio Nazionale si siano determinati tali schieramenti”.

È evidente che Solinas, tirando in ballo Moro e addirittura invitandolo per la prima volta a un tavolo politico a Palazzo, abbia l’obiettivo di rompere l’unità del dissenso interno. Ma l’effetto sembra opposto. A Solinas servirebbe un coraggio che non ha mai dimostrato di avere. Infatti: nell’eventualità che Chessa finisca fuori gioco, non è che l’assessore al Turismo gli porgerebbe la guancia il giorno dopo. Ancora: Satta, per ottenere la cacciata di Sanna, è andato da Solinas col compito pronto, proponendo come assessora la vicesindaca di Tempio, Anna Paola Aisoni, quindi una donna che torna molto utile anche per rispettare l’obbligo della quota femminile del 30 per cento.

In questo caos, Solinas rischia di finire stritolato, esponendo allo stesso rischio soprattutto Moro: perché un conto è giocare da consiglieri regionali, quindi con un peso reale negli equilibri del partito, così come stanno facendo Chessa, Lancioni, Satta e Mula; altro è finire nelle mani delle decisioni che deve prendere il governatore, come appunto nel caso di Sanna e Moro. Il tutto con gli anti-Solinas del Psd’Az che il capo della Giunta sono pronti a impallinarlo.

In questo marasma, Solinas sta provando a ricucire rapporti fuori dal partito. È di qualche settimana l’avvicinamento tra Solinas e il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, uno dei grandi esclusi dal matrimonio del presidente lo scorso dicembre. Chi abbia lavorato per rompere il gelo, non è dato saperlo. Ma Truzzu può garantire a Solinas un’altra quota femminile in Giunta, se gli Fdi di Truzzu dovessero indicare la coordinatrice regionale Antonella Zedda. Anche perché Solinas vede come fumo negli occhi il potere di Francesco Mura che in Consiglio regionale guida i Fratelli d’Italia e ha dalla sua non solo gli altri due onorevoli del partito, Antonio Mundula e Franco Piga, ma anche l’assessore Gianni Lampis. E Mura non è uno che prende ordini, ma ragiona solo con la propria testa.

A Solinas sta scoppiando il partito in mano, almeno in questo momento, e non sa come venirne fuori. Anche perché da un anno a questa parte, sul rimpasto della Giunta solo una cosa non è mai cambiata: il presidente deve dare un assessorato all’Udc che è sottorappresentato, avendo cinque consiglieri e una sola delega nell’Esecutivo, in mano al gallurese Andrea Biancareddu, titolare di Pubblica istruzione e Cultura.

Alessandra Carta

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