Caccia a lepri e pernici, Regione divisa: spuntano documenti con pareri contrari

Si preannuncia una stagione in salita per i cacciatori sardi, più degli altri anni. Stavolta non sono solo le battaglie legali degli ambientalisti a stoppare i fucili delle doppiette; la frenata arriva pure dagli stessi uffici regionali, dove spuntano documenti che sembrano valere l’apertura di un caso amministrativo destinato a mettere a rischio pure la caccia di lepri e pernici. Un eventuale e ulteriore stop, questo, che si aggiungerebbe al semaforo rosso acceso l’altro giorno sui conigli selvatici, quando il Tar ha accolto il ricorso del Grig (Gruppo di intervento giuridico) riservandosi di decidere nel merito il prossimo 16 ottobre.

Ma andiamo con ordine. Sembra esserci più di un peccato originale nel calendario venatorio 2019-2020 approvato lo scorso 26 agosto dal Comitato faunistico regionale, su proposta dell’assessorato all’Ambiente guidato da Gianni Lampis. Il primo ‘vizio’ riguarda l’assenza del censimento faunistico per la caccia al coniglio selvatico, come certificato dai giudici amministrativi. Infatti: i quasi 900mila capi che le doppiette sono autorizzate a sparare, forse nemmeno esistono in Sardegna. Di qui appunto la fondatezza del ricorso presentato dagli ambientalisti.

Adesso, però, stanno emergendo stranezze anche sulla caccia di lepri e pernici. In questo caso i censimenti ci sono. Tra agosto e settembre li hanno realizzati gli uomini del Corpo forestale insieme al personale di Forestas. Tutto messo nero su bianco. Il 26 settembre scorso il carteggio – tecnicamente Piano di prelievo – è stato materialmente trasmesso dall’agenzia Forestas all’assessorato all’Ambiente. In quei documenti sono scritti precisi indirizzi che però non risultano rispettate nel calendario venatorio. Sulle lepri l’agenzia ha sconsigliato la caccia perché la loro presenza è risultata inferiore ai 15 esemplari per chilometro quadrato (la soglia di sicurezza); sulle pernici invece è stato suggerito un carniere di due capi a cacciatore mentre nel calendario venatorio è stato raddoppiato, sino a quota quattro.

L’assessore Lampis sembra dunque chiamato a una correzione immediata. Peraltro: come risulta dal sito della Regione, quando lo scorso 26 agosto l’esponente della Giunta ha incontrato la stampa per presentare il calendario venatorio, disse: “In queste settimane è stata svolta una capillare attività di censimento per le lepri e le pernici anche sul territorio libero, contrariamente a quanto invece era previsto in passato. Per questa ragione – aggiunse Lampis – ringrazio le strutture del Corpo forestale e dell’agenzia Forestas lan grande condivisione dell’indirizzo politico che io ho voluto dare”. Insomma, il titolare dell’Ambiente dovrà essere conseguente.

Il materiale è buono anche per la battaglia degli ambientalisti che da qui al prossimo 16 ottobre potranno portare al Tar nuovi documenti. A prescindere da cosa decideranno i giudici, la caccia al coniglio è atuorizzatta sulla carta sino al 29 dicembre; quella alla lepre e alla pernice era programmata per il 6 e il 20 ottobre. L’appuntamento di dopodomani salta. Per la seconda giornata si capirà a metà mese.

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