Urne aperte, oggi dalle 7 alle 23, per 107.446 elettori che a Olbia, Carbonia, Monserrato e Sinnai scelgono i nuovi sindaci. Sono i ballottaggi delle Comunali 2016, visto che al primo turno del 5 giugno nessuno dei candidati ha raggiunto il 50 per cento più uno delle preferenze.
Il test è politico soprattutto per il Pd, galvanizzato sì dal risultato di Cagliari dove i dem si sono confermati primo partito della città con la vittoria di Massimo Zedda. Ma da Olbia, Carbonia e Sinnai non sono arrivati i numeri sperati: in nessuna delle quattro città il partito ha fatto il pieno di consensi. A Monserrato, addirittura, la candidata Pd, Rosalina Locci, non è nemmeno arrivata al ballottaggio.
A Olbia il candidato sindaco dei dem è Carlo Careddu, assessore uscente all’Urbanistica, opposto a Settimo Nizzi, il deputato di Forza Italia che l’ex capoluogo della Gallura lo ha già guidato per dieci anni, dal ’97 al 2007. E proprio il partito di Berlusconi ha chiuso in testa il 5 giugno col 17,07 per cento di consenso, mentre il Pd è arrivato secondo al 15,33. Careddu era sostenuto da sei liste, Nizzi da quattro. Due settimane fa l’affluenza a Olbia è stata del 66,70 per cento con 31.295 votanti rispetto ai 46.919 elettori. Nel caso in cui vincesse Careddu, il centrosinistra tornerebbe a governare Olbia dopo un decennio di digiuno, dal momento che nel 2011 il Pd ha vinto le elezioni con la Coalizione civica, ovvero un cartello elettorale che raccoglieva anche partiti di centrodestra. Se invece Nizzi venisse scelto ancora come sindaco, confermerebbe Olbia come città moderato. Ma per Nizzi la novità sarebbe il fatto di tornare in Municipio senza un pezzo di partito, precisamente quei fuoriusciti che al primo turno hanno sostenuto il civico Vanni Sanna.
Il Pd non è risultato primo partito nemmeno a Carbonia, dove i maggiori consensi li ha raccolti il Movimento Cinque Stelle: 18,65 per cento contro il 18,29 della lista dem. E sono proprio le due forze a contendersi la vittoria: la candidata grillina Paola Massidda è opposta al sindaco uscente Giuseppe Casti che è anche il presidente del Cal (Consiglio per le autonomie locali). Al primo turno, sulle preferenze l’una ha chiuso al 21,95 per cento, mentre Casti ha raggiunto il 36,15. Sarà decisiva la ridistribuzione dei voti che il 5 giugno sono andati al civico Bruno Ugo Piano: suo il 20,96 per cento.
A Sinnai al Pd è andata pure peggio: Barbara Pusceddu, la prima cittadina uscente, è oggi costretta a inseguire, visto che il primo turno l’ha vinto Matteo Aledda, sostenuto da Sel, Partito dei Sardi, Centro Democratico, RossoMori, Psd’Az, la civica Aledda e l’altra chiamata Prosinnai. Fanno parte dello schieramento pure i civatiani di Possibile. Sinnai è l a rappresentazione plastica delle divisioni a sinistra. Al primo turno la Pusceddu ha chiuso al 38,49 per cento, mentre Aledda è arrivato al 45,61.
Infine Monserrato: il già sindaco Antonio Vacca avrà bisogno proprio dei voti Pd per scavalcare Tomaso Locci che il 5 giugno ha battuto tutti raccogliendo il 38,71 per cento delle preferenze. Locci guarda a destra (tra i suoi alleati ci sono i Riformatori). Vacca, invece, è spostato a sinistra, anche per il via del suo passato nel Pci. Entrambi i candidati sono sostenuti da liste civiche.
Lo scrutinio comincerà subito dopo la chiusura dei seggi.
Al. Car.
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