La guerra asseminese degli M5s, conclusa con le dimissioni della sindaca Sabrina Licheri, arriva sino a Roma: scendono in campo la viceministra Alessandra Todde e l’ex titolare della Giustizia, Alfonso Bonafede, attualmente deputato.
Tutto è iniziato quando la Todde, per il tramite della Licheri, ha detto nel corso di un vertice nazionale con Beppe Grillo e Giuseppe Conte, che ad Assemini la colpa della crisi è stata dell’ex primo cittadino Mario Puddu. Il quale, a sua volta, è stato difeso da Bonafede che, senza mezzi termini, ha detto di prendersi le sue responsabilità e non attaccare Puddu.
La Todde, del resto, da vice di Conte ha un ruolo importante negli M5s, specie ora che la scissione voluta da Luigi Di Maio ha cambiato gli assetti del movimento, seppure i numeri del potere si sono molti ridotti (solo in Sardegna i parlamentari, da 25 che erano, sono rimasti in tre).
Lo scontro su Assemini con la Todde e Bonafede protagonisti è stato raccontato dal Corriere della Sera. Di certo anche sulle pagine de L’Unione Sarda la sindaca dimissionaria non ha mancato di mettere Puddu sulla graticola per il suo disimpegno.
La crisi nel Comune di Assemini, dove presto arriverà il commissario, nasce da un accordo tra quasi tutta l’opposizione (non ha costruito la fronda solo il dem Francesco Lecis) e cinque grillini pentiti. Nel dettaglio: Ivan Melis, Nicola Congiu, Andrea Cera, Alessandro Montagna e Giorgio Sabeddu. Sono loro cinque che hanno fatto mancare il numero legale nella seduta dell’altro giorno e poi stretto l’accordo con altri otto consiglieri che hanno lasciato l’incarico insieme alla sindaca, la quale non ha atteso la sfiducia ma si è fatta da parte visto il patto politico per la chiusura anticipata della consiliatura.
Con l’esperienza M5s archivizata ad Assemini, il movimento di Grillo chiude la sua esperienza alla guida di un Comune. Il Municipio del Cagliaritano erano l’ultimo nell’Isola in mano ai Cinque Stelle.