Luigi Arru, l’assessore alla Sanità contestato dai lavoratori dell’Aias per la convenzione con la Regione revocata all’azienda dei fratelli Randazzo (venerdì ha dovuto lasciare sotto scorta il Consiglio regionale), non rischia di perdere l’incarico in Giunta. Nel pieno della bufera politica è questa la voce su insistente che circola negli ambienti Pd, il partito a cui Arru è legato pur essendo stata la sua una nomina tecnica. Sul fronte opposto, quello del centrodestra, circola il nome di Pietro Pittalis come possibile candidato alla presidenza della Regione, proprio quanto c’è un primo nome certo ed è quello di Mario Puddu scelto sulla piattaforma Rousseau dagli iscritti a M5s.
Nel centrosinistra a mettere in dubbio la permanenza di Arru nell’Esecutivo è il Partito dei sardi che ha presentato una mozione di sfiducia da discutere il prossimo 9 settembre. Gli indipendentisti della maggioranza contestano ad Arru i ritardi nell’applicazione delle riforma sulla rete ospedaliera e la mancata distribuzione dei nuovi apparecchi che consentirebbero ai diabetici di misurarsi la glicemia senza doversi pungere. Tuttavia, pur in alleanza con il centrodestra sul voto della mozione, il Pds non ha i numeri per mandare a casa Arru. E nemmeno nel resto della coalizione c’è una volontà in questo senso. Almeno nelle chiacchierate informali perché nessuno, vista la delicatezza del momento, si azzarda a rilasciare dichiarazioni ufficiali.
Va detto che l’insoddisfazione per come Arru sta gestendo della riforma sugli ospedali è diffusa anche negli altri partiti della coalizione. Ma all’assessore viene riconosciuto il merito di aver fatto partire l’elisoccorso in Sardegna (c’è già stato anche il primo volo notturno a La Maddalena con l’assistenza a una novantenne colpita da infarto): ‘licenziare’ Arru significherebbe disperdere elettoralmente un successo storico nell’organizzazione della sanità in Sardegna. Non solo: le mosse del Pds preoccupano sempre meno la maggioranza, perché il partito di Paolo Maninchedda, a parte il dialogo aperto coi Riformatori, non ha possibilità di allearsi nuovamente col centrodestra per via di una serie di veti messi intanto da Forza Italia.
E a proposito di partito azzurro, tra i berlusconiani oltre al nome di Stefano Tunis si fa quello di Pietro Pittalis come possibile candidato alla presidenza della Regione. Pittalis, approdato con le Politiche del 4 marzo a Montecitorio dopo ventiquattro anni consecutivi in Consiglio regionale, è una delle possibilità che sta vagliando Forza Italia. Ma nella coalizione sia Pittalis e che Tunis dovranno vedersela eventualmente col sardista Christian Solinas, altro nome che circola negli ambiente politici per la leadership del centrodestra.
È in questo quadro che la politica sarda si prepara ad andare in vacanza per Ferragosto: al momento non ci sono leggi urgenti da approvare. Entro la fine prossima la commissione Urbanistica del Consiglio regionale dovrebbe concluse l’esame della nuova legge Urbanistica che approderà in Aula a settembre, sempre un accordo preso all’interno del centrosinistra.
Al. Car.
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