“Appare inverosimile anche solo pensare che un’ordinanza di natura cautelare di primo grado possa addirittura determinare le sorti del procedimento legislativo delle regioni” E’ con queste parole che l’assessora regionale della Difesa dell’ambiente Rosanna Laconi ha commentato il dibattito sorto dopo il pronunciamento del Consigli di Stato. Nessuno stop, quindi, dall’assemblea legislativa che, dalla settimana prossima, riprenderà la discussione proprio in merito alla legge che definisce le aree idonee e non idonee per l’installazione degli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
“L’autonomia legislativa di tutte le Regioni, compresa la Sardegna – continua l’Assessore Laconi – è tutelata dalla Costituzione e, pur nel rispetto delle competenze del potere giurisdizionale, in attesa che i giudici possano esaminare nel merito la questione, il Consiglio regionale deve assolutamente continuare a svolgere il suo compito, a maggior ragione in virtù del fatto che il disegno di legge sulle Aree Idonee, in discussione in Consiglio regionale, non è riguardato dall’istanza cautelare sollevata contro il Decreto Pichetto Fratin”.
Poi un punto fermo: l’impegno della Regione in merito alla transizione energetica “regolata, sostenibile e rispettosa dei beni ambientali e culturali dell’isola rimane fermo”.
“In questa prospettiva – prosegue l’esponente dell’esecutivo -, la Regione Sardegna ha recentemente guidato un’altra importante battaglia, prima in sede di coordinamento della Commissione Ambiente e poi in Conferenza Stato-Regioni, portando all’introduzione di rilevanti emendamenti allo schema di decreto legislativo sulla Disciplina dei regimi amministrativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili”.
Non è tutto: “Grazie alle modifiche proposte dalla Regione Sardegna e condivise con le altre Regioni, il provvedimento del Governo è stato riformulato – argomenta -, salvaguardando le competenze regionali e garantendo un maggiore coinvolgimento degli enti locali. Questi emendamenti rafforzano la capacità della Sardegna di proteggere il proprio territorio da interventi speculativi, favorendo al contempo uno sviluppo energetico sostenibile”.
Tra gli emendamenti più significativi introdotti c’è la tutela delle aree idonee. “È stato preservato il diritto delle Regioni di individuare le aree idonee alla realizzazione di impianti Fer”.
Garanzie fideiussorie obbligatorie: “È stata prevista l’introduzione di garanzie anche per i provvedimenti in edilizia libera e procedura abilitativa semplificata (Pas), a tutela dei territori e delle comunità locali”.
Poi i criteri di cumulo nei progetti: “Sono stati introdotti criteri per evitare il frazionamento artificioso dei progetti, una pratica spesso utilizzata per eludere valutazioni e procedure più rigorose”. Inoltre la riduzione della soglia di potenza: “La soglia per le attività libere è stata abbassata a 5 MW rispetto ai 10 MW inizialmente previsti, garantendo maggiore controllo sui progetti di minore scala”. Senza dimenticare l’intesa per impianti di grandi dimensioni: “È stata inserita l’obbligatorietà dell’Intesa con le Regioni per gli impianti onshore di potenza pari o superiore a 300 MW, inizialmente assegnata esclusivamente allo Stato”.
E infine la collaborazione con il Ministero della Difesa: “Per gli impianti previsti nei beni del demanio militare, è stata stabilita l’obbligatorietà dell’Intesa tra il Ministero della Difesa e le Regioni – conclude l’assessora -.Questi risultati rappresentano un ulteriore passo avanti nella tutela dell’autonomia della Sardegna e nella costruzione di un futuro energetico equilibrato e sostenibile”.