Aree idonee, la sospensione del decreto ministeriale da parte del Consiglio di Stato scuote la politica sarda

Si è conclusa oggi, con la sospensione della protesta, l’occupazione pacifica delle tribune del Consiglio regionale da parte delle donne dei comitati sardi che, per 24 ore, avevano chiesto un dibattito urgente sulla legge di iniziativa popolare riguardante l’installazione di impianti di energia rinnovabile in Sardegna, la cosiddetta Pratobello. Le manifestanti avevano occupato le tribune del pubblico dell’Aula del palazzo di via Roma per sollecitare un’immediata discussione della legge.

Nel frattempo la recente ordinanza del Consiglio di Stato, che ha sospeso in via cautelare una parte del decreto ministeriale sulle aree idonee per impianti rinnovabili, non sembra compromettere la solidità della maggioranza in Consiglio regionale. Il provvedimento sospende temporaneamente, fino alla sentenza definitiva del Tar del Lazio, la possibilità di definire come idonee alcune aree per l’installazione di impianti da fonti rinnovabili. In particolare, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di alcune società energetiche contro il decreto che consente alle Regioni di ritenere non idonee anche le aree già designate come idonee dal Decreto Legislativo 199 del 2021.

Questa sospensione non dovrebbe avere effetti immediati sulla Sardegna, grazie alla “moratoria” introdotta dalla Giunta regionale guidata da Alessandra Todde, che ha bloccato i progetti per 18 mesi. Tuttavia, la notizia ha innescato il dibattito. Il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Paolo Truzzu: “Ora anche in Sardegna farà testo il decreto Draghi, che punta ad accelerare la realizzazione degli impianti da energie rinnovabili”, ha detto l’ex sindaco di Cagliari.

La discussione sul disegno di legge che regola le aree idonee in Sardegna continua quindi senza interruzioni, e martedì prossimo, alle 10, è previsto il ritorno in aula del Consiglio regionale per proseguire con l’esame del testo. Nel frattempo, l’assessore regionale all’Industria, Emanuele Cani, ha ribadito: “L’ordinanza del Consiglio di Stato non ha ripercussioni sulla nostra potestà legislativa, che si fonda sullo Statuto”, ha dichiarato.

Dall’altro lato, le opposizioni spingono per l’ingresso in aula della Pratobello, “Il vero strumento per difendere la Sardegna sarebbe partire dallo Statuto, che ci conferisce competenze primarie in materia urbanistica”. A prendere posizione anche il consigliere regionale dei Progressisti, Francesco Agus. “La Sardegna ha bisogno di una pianificazione chiara e trasparente per la gestione delle aree destinate agli impianti di energia rinnovabile”, ha dichiarato. “Non possiamo permetterci che l’isola venga sacrificata sull’altare degli interessi delle grandi compagnie energetiche. La politica deve assumersi la responsabilità di proteggere il nostro territorio e le nostre comunità, evitando speculazioni che danneggerebbero l’ambiente e il futuro della Sardegna”. “Non è più tempo di timori o tentennamenti”, ha concluso, “ma di azioni concrete per garantire che le scelte politiche e legali tutelino davvero il nostro futuro.”

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