La questione rinnovabili tiene ancora banco tra Giunta e Consiglio regionale dove si gioca la partita tra maggioranza e opposizione. Questa settimana inizia il dibattito politico tra l’annunciata pioggia di emendamenti e le numerose osservazioni di sindacati e associazioni al disegno di legge per l’individuazione delle aree idonee per l’installazione degli impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili. E proprio attorno al disegno di legge cominciano a manifestarsi alcune perplessità. Perché al termine delle audizioni c’è chi chiede una modifica al disegno di legge. Quantomeno per portare a termine progetti già avviati ma non ancora cantierati. Confindustria Sardegna, proprio i giorni scorsi, ha sollevato tre punti relativi al disegno di legge e su cui si dovrebbe intervenire.
Le richieste prevedono che “ le aree idonee individuate ex lege dall’articolo 20 del D.lgs. n. 199/2021 continuino ad essere considerate dal Ddl”; inoltre che “le nuove disposizioni regionali non si applichino ai progetti per i quali sia stata avviata almeno una delle procedure amministrative necessarie ad ottenere l’autorizzazione a realizzare l’impianto. In ogni caso, dovranno essere fatti salvi tutti i progetti, già in corso di autorizzazione, che dal 2021 ad oggi sono stati localizzati nelle aree idonee”. Infine: “Non siano ritenuti inammissibili i progetti di revamping e repowering relativi agli impianti realizzati in data antecedente all’approvazione del Ddl che, nelle aree non idonee, prevedano aumenti di superficie occupata ovvero, in caso di eolico, d’altezza degli aerogeneratori”.
A manifestare qualche perplessità anche le organizzazioni sindacali che chiedono maggiore chiarezza su alcuni progetti e direttive. Il timore che qualche processo già avviato ma non cantierato, possa essere bloccato. Il fronte ambientalista si divide tra chi ritiene troppo restrittive le misure del Ddl e chi invece vorrebbe porre qualche altro sbarramento. Correttivi saranno apportati nei passaggi tra le Commissioni e il Consiglio regionale. L’opposizione, intanto, ha annunciato una valanga di emendamenti. L’obiettivo potrebbe essere quello di rallentare il percorso legislativo del nuovo procedimento anche alla luce del fatto che sta per sbarcare in via Roma la Pratobello 2024. Ossia la proposta di legge di iniziativa popolare che, forte delle 140 mila firme raccolte, dovrà essere poi calendarizzata e discussa anche se, come sostengono gli esperti “presenterebbe” “profili di incostituzionalità” che si stanno approfondendo e saranno poi oggetto di valutazione in Consiglio regionale. A sostenerla c’è il centrodestra, mentre il centrosinistra viaggia deciso a licenziare il Ddl in tempi anche abbastanza rapidi, alla luce dei numeri che sostengono la maggioranza.
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