È Carbonia il primo laboratorio politico che in Sardegna misurerà il peso dei civatiani. Tutto scritto negli accordi elettorali che stanno accompagnando la corsa verso le amministrative di maggio.
Nell’ormai ex capoluogo del Sulcis – non più Provincia da un anno -, i candidati a sindaco sono quattro, a cominciare dall’uscente Giuseppe Casti, esponente Dem nonché presidente del Cal (Consiglio per le autonomie locali).
I civatiani hanno scelto uno dei tre rivali di Casti per il voto di fine primavera: andranno con Francesco Cicilloni, anche lui ex dem. Ma essendo un fassiniano (inteso Stefano), ha finito per abbracciare la causa di Sinistra Italiana e non quella di Possibile. Cicilloni racconta di essere stato espulso dal Pd qualche mese fa. “Perché sono stato cattivo – dice – votando contro il Bilancio di previsione 2015. Ho sollevato dubbi pure sulla gestione della società comunale in house, la Si Service, e sull’appalto per la raccolta differenziata”.
Cicilloni, tuttavia, non è il solo anti-Pd delle amministrative: nell’arena elettorale sta tornando anche Ugo Piano, primo cittadino nel lontano ’83 col Pci. Il quarto candidato è Andrea Corda, sostenuto da Unidos, il movimento politico del deputato Mauro Pili, sulcitano di Iglesias.
A Carbonia i quattro avversari si stanno facendo la guerra a colpi di liste. Casti, per esempio, non si limiterà a muoversi nel perimetro Pd: in queste prossime Comunali ingaggerà anche gli ex pidiellini Tore Mascia e Fabio Usai, entrambi consiglieri uscenti. Della partita pure Checco Fele, esponente Udc. Non si esclude nemmeno un’alleanza coi Riformatori. E proprio in virtù di questi accordi, un parte di Sel sarebbe indecisa sul sostegno a Casti.
Cicilloni non avrà simboli nella sua coalizione: gli stessi civatiani correranno senza la P di Possibile. E la stessa condizione è stata accettata da La Base di Efisio Arbau e Claudio Cugusi. Cicilloni dovrebbe anche incassare il sostegno di qualche ex iRs, ovvero la componente indipendentista. Ma non mancherà la quota autonomista, sulla quale la trattativa è in corso.
Piano si porta dietro l’attuale presidente del Consiglio comunale, Ignazio Cuccu, altra quota ex Pd che, però, non si ricandida. E questo a differenza di Luisa Poggi, pure lei dem sino a qualche mese fa. La Poggi, invece, ritenta la via delle urne. Insieme a Piano, c’è pure Michele Stivaletta, un Udc di Carbonia. L’ex sindaco rosso sarà sostenuto infine da Luca Arru, esponente del Dcs, i democratici di centro.
Insomma, è un parterre affollato quello sulcitano, dove il ballottaggio sembra al momento l’ipotesi più probabile, proprio per via delle tante divisioni che si sono contate durante questa consiliatura: basti pensare che la maggioranza da 27 ‘pezzi’ si è ridotta a 22. Ai aggiunga che Carbonia non è più capoluogo di Provincia, quindi l’assemblea civica passerà da 40 scranni a 24. Quasi la metà.
Al. Car.
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