Ai domiciliari con l’accusa di corruzione, il consigliere De Giorgi respinge le accuse

Ha chiesto di essere interrogato dal gip del Tribunale di Cagliari, Giorgio Altieri, che ha firmato la custodia cautelare ai domiciliari, parlando con lui per oltre due ore e chiarendo che tutto quello che ha fatto sull’emendamento al Piano casa rientra nella norma di insindacabilità dell’attività politica del consigliere regionale. Accompagnato dall’avvocato Patrizio Rovelli, oggi è comparso a Palazzo di giustizia l’esponente del gruppo Misto, Valerio De Giorgi, 57 anni, finito ai domiciliari a fine marzo con le accuse di corruzione, tentata truffa e voto di scambio a conclusione di un’indagine del nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza del capoluogo, coordinata dal pm Giangiacomo Pilia.

Già accolta la richiesta della Procura di giudizio immediato, ora sulle esigenze cautelari si pronuncerà nuovamente il gip Altieri. Il consigliere regionale non ha presentato richiesta di abbreviato, dunque andrà a dibattimento. Con lui anche gli altri due indagati: il suo collaboratore Marco Pili, accusato di tentata truffa, e il costruttore di Quartucciu Corrado Deiana. Per l’esponente politico e l’imprenditore l’accusa è di corruzione per aver concordato un emendamento al Piano casa (De Giorgi all’epoca era presidente della commissione Bilancio) in cambio di quattro appartamenti ottenuti dal consigliere, mentre Pili è indagato per presunte irregolarità sui contributi destinati alla Pro loco di Cagliari fondata da persone vicinissime a De Giorgi, se non dagli stessi familiari. All’esponente del gruppo Misto è contestato anche il reato di voto di scambio: secondo l’accusa avrebbe promesso posti di lavoro e altri favori in cambio di una preferenza, chiedendo come prova la foto scattata nella cabina elettorale. Se venisse accolta la richiesta di giudizio immediato, i tre andranno direttamente a processo senza passare per l’udienza preliminare.

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