Si scopre sempre più litigioso il centrosinistra al governo della Regione. Dopo la Asl unica, il caso Sfirs e la gestione delle politiche per lo spopolamento, una nuova rissa è scoppiata in maggioranza. Stavolta ruota intorno all’Agenzia sarda delle entrate, la cui istituzione è all’ordine del giorno nella prossima seduta del Consiglio regionale, martedì 18 ottobre. Sullo sfondo il rimpasto della Giunta, con Sel che chiedo di nuovo un’accelerata.
È una battaglia sul merito, quella che sta dividendo l’Assemblea: a favore dell’Agenzia sono schierati il Partito dei Sardi e l’area dem che ha trovato in Franco Sabatini, presidente della commissione Bilancio, il suo primo sostenitore. Contrari, invece, i soriani del Pd, Sel, RossoMori, Upc e Centro Democratico.
Oggetto della contesa, il fatto che l’Agenzia, al momento, si occuperebbe della sola riscossione. E questo per i partiti che si stanno opponendo non permette il superamento dell’attuale schema fiscale, con Equitalia affidataria anche dell’accertamento. Daniele Cocco, capogruppo di Sel in Consiglio regionale, chiarisce la posizione per tutti: “In linea di principio – spiega – l’Agenzia sarda delle entrate è una buona soluzione, univocamente condivisa. Ma ridurre le funzioni al solo incasso di alcuni tributi, finisce per diventare un mero passaggio elettoralistico rispetto al quale siano contrari”.
Il riferimento è tutto per il Partito dei Sardi che l’Agenzia l’ha proposta e vuole adesso l’approvazione del ddl varato dalla Giunta più di un anno fa, a luglio 2016 (leggi qui). Cocco aggiunge: “Non ha senso un’Agenzia purché sia, visto che il superamento di Equitalia è l’aspetto più importante a tutela dei cittadini”.
Di ente fiscale sardo se n’è discusso ieri mattina nel vertice di maggioranza, aggiornato a martedì pomeriggio, prima della seduta consiliare. Tra i temi discussi pure la nomina del direttore generale, nomina che spetterebbe alla Giunta. “Ma anche su questo aspetto – precisa il capogruppo Sel – chiediamo una correzione, se del caso: sarebbe più corretto trasferire la competenza all’Assemblea”.
Intanto da Sel, a firma di tutti i quattro consiglieri, arriva una nota che tira di nuovo in ballo il rimpasto della Giunta. Per Cocco, Eugenio Lai, Luca Pizzuto e Francesco Agus, “commette un grave errore chi pensa di ritardare ancora la verifica politica all’interno della maggioranza. Quanto prima, invece, è necessario selezionare le priorità programmatiche e costruire le condizioni per consentire alla Sardegna di fare quello scatto avanti che i cittadini si aspettano. Adesso e non dopo – scrivano ancora gli esponenti di Sel – bisogna mettere al lavoro per qualificare al meglio l’azione di governo”.
Insomma, la presidenza della Sfirs assegnata a Sel non ha mutato la posizione del partito che, mesi fa, aveva aperto una sorta di crisi in maggioranza (leggi qui), proprio sul tema del rimpasto. E adesso Sel torna alla carica. Ma stavolta senza che a mobilitarsi sia il senatore Luciano Uras, artefice della nomina di Paolo Sestu alla guida della Sfirs. Il partito, insomma, è un po’ sfilacciato. Prova ne è il fatto che, lunedì mattina, quando Uras, Agus e il senatore dem Silvio Lai hanno chiesto l’apertura di una nuova vertenza entrate da 200 milioni, al tavolo della conferenza stampa mancavano Cocco, Lai e Pizzuto.
Al. Car.
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