Accordo sulle servitù, Pigliaru: “Ecco i beni di cui si riappropria la Sardegna”

“Qualcuno dirà che si può fare di più. Ma credete sia meglio niente? Io la vede diversamente e penso che oggi si debba votare sì”. Così il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, ha concluso l’intervento in Consiglio regionale durante il quale ha illustrato l’accordo con la Difesa per la riduzione delle servitù militari. Il capo della Giunta non ha mai citato il Partito dei sardi, ma era soprattutto rivolto ai cinque esponenti indipendentisti dell’Aula il messaggio del governatore, visto che ieri, per il tramite del capogruppo Gianfranco Congiu, il Pds ha fatto sapere che non voterà l’intesa (leggi qui). Oggi l’assemblea è chiamata a dare mandato a Pigliaru per formalizzare l’accordo attraverso un ordine del giorno.

LEGGI ANCHE: Accordo Regione-Governo sulle servitù militari, le reazioni politiche

Pigliaru ha parlato per dieci minuti ripercorrendo le tappe che hanno portato la Regione a sottoscrivere la bozza preliminare con Roma, annunciata dallo stesso presidente alla maggioranza il 29 novembre scorso. Tutto è cominciato il 14 giugno 2014, quando con un altro ordine del giorno il Consiglio diede al governatore il compito di trattare con la Difesa. Così a due giorni dalla seconda conferenza nazionale sulle servitù. Perché “la Sardegna – ha ricordato Pigliaru – è la regione italiana che paga di più in termini di gravami”, dal momento che nell’Isola è concentrato il 60 per cento delle attività militari nazionali. “Adesso – ha detto il capo della Giunta – quel percorso di graduale dismissione delle servitù è definito, dopo che, proprio durante la Conferenza nel 2014, avevo rifiutato di fare da comparsa in una recita già scritta, dove altri erano gli attori principali, chiedendo che per la Sardegna il copione fosse riscritto”.

Nel dettaglio, Pigliaru ha illustrato la riduzione delle attività militari, con “lo stop dal 1° giugno al 30 settembre di ogni anno. Una risposta – ha sottolineato – che dà certezze agli operatori del turismo e a chi abita nei pressi dei poligoni”. Decade inoltre l’obbligo per i sindaci di fare richiesta ai comandanti dei poligoni per utilizzare le spiagge. In particolare a Teulada si andrà a liberare l’arenile di Porto Tramatzu, mentre a Capo Frasca torna l’uso pubblico su S’Ena e S’Arca più la scogliera di Punta S’Achivioni. La Difesa si è detta pronta a restituire alla Regione anche le caserme Ederle di Calamosca, a Cagliari. Pigliaru ha sottolineato che si tratta di “rilasci definitivi” e su Teulada “la richiesta risaliva addirittura agli anni Ottanta, senza che mai ci sia stata risposta”.

Ci sono poi le cessioni a tempo durante le festività di Pasqua: le spiagge che saranno resi fruibili ai cittadini sono le Sabbie bianche nel poligono di Capo Teulada e l’arenile di Murtas a Quirra-Capo San Lorenzo. A Capo Frasca verrà invece realizzata una zona di tutela per il patrimonio archeologico interno alla zona militare.

Pigliaru ha chiarito che la riduzione delle servitù “avviene senza alcuna contropartita da parte della nostra Regione”. Ancora: “Nell’intesa è prevista la piena operatività della caserma di Pratosardo a Nuoro. Questo significa – ha detto il governatore – che alcuni reparti dell’esercito saranno trasferiti qui”. A La Maddalena verrà poi riavviata la scuola per sottoufficiali della Marina, dove è previsto anche un polo dell’eccellenza dedicato all’economia del mare”.

Altra novità è l’istituzione di “osservatori ambientali indipendenti nei poligoni e nelle aree a maggior intensità addestrativa, proprio per superare le possibili criticità di carattere ambientale e sanitario nelle aree a forte intensità militare”, ha annunciato Pigliaru. Confermato, com’era filtrato il 29 novembre scorso, “l’impegno della Difesa a sviluppare nei poligoni attività di ricerca e innovazione tecnologica“, come cyber-defence, cyber security e modelling&simulation o la scuola di protezione civile (Poligono di Perdasdefogu) e le attività nel settore spaziale e nella sperimentazione, certificazione e traning di droni presso (Decimomannu e Perdasdefogu). Su questo punto l’intesa prevede “l’impegno ad avviare un tavolo interistituzionale per individuare le misure concrete”, ha aggiunto il governatore.

Quanto al cronoprogramma, entro tre mesi dalla firma dell’accordo la Regione e la Difesa dovranno sottoscrivere un protocollo nel quale saranno definiti i percorsi burocratici per dare corso a quanto previsto nell’intesa.  “Questi – ha detto Pigliaru – sono elementi che ci rafforzano nella convinzione che gli impegni saranno mantenuti. Troppe volte abbiamo visto accordi e intese che si sono bloccati per mancanza di tempistiche e di procedimenti amministrativi certi”. Di volta in volta la Difesa verificherà anche “la copertura economica” sul pagamento dei contributi e degli indennizzi che spettano ai pescatori, quando sono costretti a stare lontano dal mare in concomitanza con le esercitazioni militari. “Abbiamo chiesto e ottenuto – ha chiarito Pigliaru – che avvengano annualmente”.

Durante l’intervento Pigliaru ha ricordato “l’impegno e la forza dimostrata dalla Regione nel 1981, durante la prima conferenza nazionale sulle servitù, da Luigi Cogodi, da Mario Melis e dall’allora sindaco di Teulada, Beniamino Camba. Furono i soli a rifiutare il ruolo di comparse e a denunciare con forza la sproporzione della presenza militare in Sardegna. Da quei tempi ad oggi, poco è cambiato, a parte gli importanti risultati raggiunti dal presidente Soru in materia di dismissione di beni militari”.

Il voto dell’Aula slitta tuttavia al pomeriggio, come ha chiesto l’opposizione di centrodestra per poter prendere visione della bozza di documento concordato da Pigliaru con Roma. Come voterà la minoranza non è dato saperlo. Ma in maggioranza non ci dovrebbero essere altri strappi oltre a quello del Pds. Il gruppo di Art 1-Mdp ha annunciato il proprio appoggio al governatore, ribadendo tuttavia che “l’accordo non dovrà essere un punto di arrivo, ma l’avvio di un processo finalizzato alla dismissione progressiva di tutte le servitù militari in Sardegna, perché noi crediamo in un’Isola di pace”, ha detto il capogruppo Daniele Cocco.

A proposito di Pds, il segretario Paolo Maninchedda ha affidato al suo blog ‘Giustizia e libertà‘ la posizione del partito sull’intesa tra Regione e Difesa. “Consideriamo sbagliato che si elaborino accordi strategici in gran segreto, li si illustri senza consegnare i testi che, solo dopo reiterate insistenze, sono stati resi disponibili venerdì scorso”. Maninchedda ribadisce: “La bozza di accordo non verrà mai votata dal Partito dei Sardi. È sbagliato un metodo, erroneamente ripetuto in questa legislatura, di produrre scelte strategiche sempre con tempistiche drammatizzate dell’ultimo minuto e sempre sul confine ‘prendere o lasciare’. Noi vogliamo difendere gli interessi legittimi della Nazione sarda come avviene tra persone civili, cioè coi tempi del confronto e del ragionamento”. Sul contenuto, Maninchedda chiarisce ancora: “È una bozza arrendevole, insufficiente e arretrata rispetto al dibattito sviluppatosi negli ultimi anni in Sardegna. Nel merito, poi, il nostro capogruppo e i consiglieri in Aula espliciteranno i nostri contenuti e sceglieranno le forme migliori per spiegare il nostro dissenso su questo documento”.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share