Abbanoa, lavoratori verso le sciopero: “A Solinas la scelta di agire o andare alla deriva”

Dopo l’agitazione di lavoratori di Portovesme srl e di Tossilo spa, il governo Solinas deve affrontare un’altra grana: quel malcontento dei lavoratori nei confronti dei vertici di Abbanoa. I sindacati però hanno lanciato un ultimatum: “C’è ancora una possibilità di ristabilire un clima sereno tra i lavoratori già in stato di agitazione e i vertici aziendali”. Filctem Cgil, Femca Cisl e Uilctec Uil hanno chiamato in causa direttamente il presidente della Regione per “farsi garante di un nuovo corso”.

Da tempo i sindacati rivendicano una soluzione alla vertenza lasciando in sospeso, “per senso di responsabilità verso il ruolo pubblico essenziale di un’azienda come Abbanoa: ora la misura è colma, al presidente della Regione la scelta di intervenire per sanare la situazione o lasciarla andare alla deriva“. I sindacati lamentano la mancanza di dialogo “con i diversi rappresentanti della società che si sono avvicendati – scrivono i segretari regionali Francesco Garau, Marco Nappi e Pierluigi Loi – ma nella più grande azienda industriale della Regione sembra impossibile ristabilire il rispetto dei principi cardine della contrattazione collettiva. Il lavoro svolto dalle lavoratrici e dai lavoratori di Abbanoa non viene riconosciuto, né dal punto di vista professionale e organizzativo né sotto il profilo economico. Si tratta di una situazione intollerabile, per di più in una società che svolge un servizio essenziale per i cittadini”.

Ancora l’affondo delle sigle sindacali: “Un servizio garantito grazie all’abnegazione dei dipendenti, anche nel periodo più duro della pandemia, quando il lavoro da remoto ha prodotto evidenti miglioramenti gestionali nei confronti dei servizi al cittadino”. A tutto questo si aggiunge la “mancata condivisione con sindacati e rsu dei piani strategici che periodicamente vengono aggiornati, né tanto meno le modifiche organizzative.”Scelte discutibili, e unilaterali, che hanno azzerato le relazioni sindacali con un crescente malcontento delle maestranze”. Per queste ragioni, già dallo scorso 17 novembre è stato proclamato uno stato di agitazione ma al momento però, nulla è cambiato e l’ultimo atto della vertenza, per evitare contrasti ulteriori che potrebbero anche sfociare in uno sciopero, è la richiesta di un intervento da parte del presidente della Regione.

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