A Tempio Biancareddu non si dimette: subentra vicesindaco, Giunta non cade

Andrea Biancareddu, il sindaco di Tempio rieletto in Consiglio regionale, non si dimette a differenza di Massimo Zedda. Vuol dire che nel Comune gallurese non ci saranno elezioni anticipate. Biancareddu, ex Forza Italia passato nel ’99 con l’Udc, aspetterà che gli uffici della massima assemblea sarda lo dichiarino decaduto, ciò che farà subentrare il vicesindaco nella guida del Municipio.

A Tempio, quando verrà formalizzata la decadenza di Biancareddu, i poteri passeranno in mano a Giannetto Addis, un fedelissimo del neoconsigliere regionale, a sua volta un veterano dell’Aula, visto che Biancareddu torna a Cagliari per la quinta volta (è infatti un baby pensionato del Palazzo, anche se il vitalizio da 5.180 euro al mese verrà sospeso per tutta la durata del mandato).

Addis è anche lui un veterano, del Consiglio comunale però. Nella Giunta di Tempio ha le deleghe a Sport, Spettacoli, Cultura, Commercio, Turismo, Artigianato, Personale, Affari istituzionali e Urbanistica. Di fatto un plenipotenziario del Comune, dal quale si era tirata fuori Anna Paola Isoni, ex vicesindaca dimissionaria proprio per contrasti con Biancareddu. Anche la Isoni si è candidata alle Regionali, col Psd’Az, ma non ha centrato l’elezione.

Il mandato di Addis con poteri da sindaco durerà un altro anno: la consiliatura in corso scade infatti il prossimo anno. Biancareddu in Consiglio regionale fu eletto per prima volta nel ’94. Dal 2001 al 2004 è stato assessore regionale agli Enti locali e all’Urbanistica, mentre dal 2009 al 2014 ha guidato l’Ambiente. Ha fatto parte della massima assemblea anche dal 2004 al 2009.

In questi quattro anni da sindaco, Biancareddu ha più volte minacciato di lasciare il Comune per i problemi all’ospedale di Tempio. Ma allo scadere dei venti giorni concessi a un primo cittadino per ripensarci, ha sempre ritirato le dimissioni. L’ha fatto anche in piena campagna elettorale, a febbraio. E adesso la scelta di farsi dichiarare decaduto anziché anticipare il voto di un anno. (g. p. c.)

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