In classe con libri e quaderni. Ma ora anche con il tablet, da usare soltanto e rigorosamente per imparare. Obiettivo: combattere la dispersione scolastica, in Sardegna sempre con percentuali record. ma si punta anche a eliminare il cosiddetto “digital divide“, cioè il gap tecnologico che non consente di mettere tutti i ragazzi allineati ai blocchi di partenza. A breve un bando della Regione che consentirà a circa 24 mila studenti sardi delle superiori (prime e seconde) appartenenti a famiglie a basso reddito di acquistare “tavoletta” o notebook con un voucher di 400 euro.
Dunque gli strumenti informatici portatili verranno messi sul banco come normalmente si è sempre fatto con testi e quaderni. “Accanto alla fornitura dei libri di testo che abbiamo potenziato negli ultimi due anni – ha detto l’assessore della Pubblica Istruzione, Claudia Firino -, è importante affiancare anche quella di strumenti oggi indispensabili per una didattica completa e innovativa. Tablet e notebook sono ormai una presenza costante nella quotidianità dei ragazzi, e con questo intervento garantiamo che anche le studentesse e gli studenti con maggiori difficoltà possano usufruire di mezzi tecnologici. Il progetto – prosegue Firino – è all’interno del Piano Tutti a Iscol@“.
I tablet erano già stati promessi dal precedente assessore alla Pubblica istruzione, Sergio Milia, ma poi non se ne fece nulla (leggi qui). Adesso la rivoluzione nelle scuole sarde parte davvero e prosegue sulla stessa linea dell’introduzione delle lavagne multimediali in ogni aula più il wi-fi a disposizione di tutti gli istituti.
Il tablet o il pc dovranno avere naturalmente i requisiti tecnici compatibili con le attività proposte dai piani
dell’offerta formativa delle singole scuole. La Regione vuole fare in fretta e sta cercando di accorciare i tempi per provare a mettere a disposizione i “device” entro il prossimo autunno. L’intervento è promosso dall’assessorato regionale della Cultura e dell’Istruzione e si avvarrà del sostegno del Bic Sardegna (appena affidato a un commissario liquidatore in vista dell’accorpamento alla Sfirs).
Con un occhio di riguardo al tessuto commerciale locale del settore informatica: si potrà spendere il voucher soltanto nella rete dei negozi convenzionati seguendo una semplice procedura Ma il fine principale rimane naturalmente quello di tenere i ragazzi legati alla scuola forse nel momento più critico del loro percorso, tra i 14 e i 17 anni, a forte rischio abbandono. L’idea è quello di far stare la scuola al passo con le esigenze e le abitudini dei nativi digitali. Mantenendo comunque, al di là dei mezzi di trasmissione del sapere, la sua centralità nella diffusione della cultura e nella formazione dello studente.