I dipendenti regionali della Sardegna ai raggi X. E sono 5.979 quelli che lavorano tra uffici degli assessorati, enti e agenzie. Nelle prossime settimane, tutti – compresi i 180 dirigenti – dovranno rispondere a un questionario che andrà a formare la banca dati delle professionalità. L’idea, un anno fa, è stata di Gianmario Demuro, l’assessore al Personale che nel 2014 ha costituito un gruppo interno per preparare la batteria di domande con la quale “migliorare l’organizzazione”, dice.
Assessore, è il primo questionario nella storia dei dipendenti regionali. Un record l’ha già incassato.
L’obiettivo non sono le medaglie ai governanti. Il questionario ci consentirà di utilizzare al meglio le risorse umane e innalzare la qualità dei servizi offerti ai cittadini. A novembre 2014, con l’approvazione della legge 24 che ha istituito il Sistema Regione, è iniziato un percorso a cui stiamo aggiungendo un altro tassello.
Come sono articolate le domande?
Sono divise in tre sezioni: la prima è dedicata al percorso formativo e permetterà di fare una fotografia sul corso di studi di ogni singolo dipendente. Nella seconda sezione si ricostruiscono le esperienze lavorative. La terza, invece, darà luogo alla rappresentazione del sé nel contesto di lavoro: al personale è chiesto nel dettaglio quali incarichi e competenze vengono svolti.
Come verrà distribuito il questionario?
Ogni dipendente lo riceverà nella casella di posta aziendale.
Tempo stimato per la compilazione?
Una ventina di minuti.
Si potrà rispondere al questionario anche dal pc di casa?
Sarà ogni singolo dipendente a deciderlo: alla mail della Regione si può accedere da qualsiasi computer collegato alla Rete.
E se qualcuno di rifiutasse di compilare il questionario?
I prossimi giorni è convocato il coordinamento dei direttori regionali. Presenteremo loro il progetto e chiederemo massima collaborazione per invitare i dipendenti a contribuire alla costituzione di questa nuova banca dati sulle professionalità. All’incontro sarà presente il mio segretario particolare, Antonella Casula, che in qualità di psicologa del lavoro ha coordinato il gruppo interno. Ne hanno fatto parte anche le Dg al Personale e alla Comunicazione, Maria Giuseppina Medde e Michela Melis. Ci siamo avvalsi inoltre del contributo di diversi dirigenti e funzionari.
I sindacati cos’hanno detto?
Sono stati assolutamente collaborativi in questi mesi di preparazione: abbiamo sottoposto loro il questionario perché dessero un parere sul tipo di domande da inserire. Un campione di dipendenti ha poi fatto da apripista nella compilazione e siamo ulteriormente intervenuti per apportare correzioni. I dati raccolti verranno poi elaborati dal Servizio statistico della Regione che ha fatto parte del gruppo di lavoro.
Oggi in Regione esiste una figura apicale che conosce corso di studi e competenze dei quasi seimila dipendenti?
Abbiamo informazioni, ma sono disorganiche. Parcellizzate tra le diverse Direzioni di servizio. Manca quella visione d’insieme che andiamo a costruire attraverso il questionario. Tra qualche mese sapremo dove sono le persone e cosa sanno fare.
Tanti dipendenti regionali, come spesso accade in tutte le pubbliche amministrazioni, non si sentono valorizzati. Cambierà qualcosa con la banca dati delle professionalità?
Per decidere, è necessario conoscere. Io sono ottimista.
Ovviamente c’è un limite: non tutti coloro che sono entrati in Regione con un concorso per diplomati e nel frattempo si sono laureati, potranno aspirare a un salto di carriera.
Il tema è stato affrontato coi sindacati: la fotografia delle competenze non va confusa con l’inquadramento nella pianta organica. Siamo però convinti che la mappatura ci aiuterà a organizzare al meglio il lavoro.
I sindacati hanno fama di essere restii alla mobilità interna.
Non direi: la chiedono e la sostengono, almeno nella mia esperienza. Vero che in questo momento hanno un’altra priorità.
Quale?
La contrattazione collettiva.
Lei ha risposto picche?
Assolutamente no, è un diritto. Ma per ricontrattare la parte finanziaria serve una base. Quindi è necessario che il Consiglio regionale approvi prima la Manovra 2016, nella quale ci saranno anche le risorse per i contratti. E il quantum spetta all’organo legislativo che ha il potere di modificare la somma stanziata nel documento finanziario approvato dalla Giunta.
In tempo di vacche magre, come questi anni, le consulenze esterne si sono ridotte. Ma la banca dati delle professionalità potrebbe aiutare ad affidare più incarichi interni, con un risparmio per le casse della Regione.
In questo assessorato, al momento, non abbiamo consulenti esterni. Di certo, col questionario i dipendenti hanno modo di raccontarci chi sono e cosa sanno fare. È tantissimo, credo.
I questionari non sono anonimi: c’è il rischio che un lavoratore non risponda per paura di una qualche ritorsione da parte dei superiori?
Non stiamo facendo esami né tanto meno i risultati del questionario saranno divulgati per fini diversi dalla mappatura delle competenze. La compilazione non comporta rischi per nessuno.
Per contro, non teme di creare false aspettative nei dipendenti? Magari un lavoratore che si sente sottoutilizzato, spera di poter cambiare la propria condizione di insoddisfazione.
Il questionario verrà spedito con una lettera di accompagnamento, scritta e firmata da me. Spiego gli obiettivi del progetto e lo dico espressamente che la nuova Regione punta a valorizzare le persone. Il questionario ha un titolo che sintetizza bene ciò che vogliamo fare: il questionario si chiama “Costruire collaborando“.
Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)