Maschere scure, personaggi magici e inquietanti, lunghe corna e pose quasi teatrali: ecco il carnevale di Samugheo, nel Barigadu, in pieno Oristanese. Nelle foto di Carlo Martinelli i momenti di “A Mamimone 2016”, l’ultima domenica di festeggiamenti. A passeggio i tipici Sos Mamutzones, S’Urtu e su Omadore, Su Tragacorgios, Su carru de Santu Minchilleo, e ancora Sa Pipia de Tzapulu, i masceras limpias. Innesti di tradizione e modernità: smartphone che spuntano dai costumi tramandati nel tempo. E i sorrisi della festa in mezzo ai ghigni delle maschere in legno.
A Samugheo sfilano i Mamutzones, accompagnati dal tipico suono dei campanacci, con il volto nascosto dal sughero annerito e grossa corna caprine sul capo, e s’Urzu, che indossa un completo di pelle di caprone nero con un campanaccio appeso al collo, ed è tenuto per la corda da s’omadore, il pastore, vestito con un manto nero e il volto annerito di fumo, che lo pungola e tormenta di continuo. Il carnevale di Samugheo affonda le sue origini nella cultura agropastorale e conserva molti elementi del culto di Dioniso. A Maimone, il carnevale di Samugheo a cui partecipano anche le altre maschere barbaricine e gruppi ospiti, è in programma il 12 febbraio.