Ora il centro di ricerca che unisce Sardegna e Cina – voluto dal colosso delle telecomunicazioni Huawei – è realtà. Il nastro per la cerimonia di inaugurazione è stato tagliato ieri sera alle 16:18 nell’edificio numero 1 del Parco Tecnologico di Pula, a pochi chilometri da Cagliari. Il Joint Innovation Center (JIC), il laboratorio di innovazione Huawei/Crs4, punta a realizzare una infrastruttura sperimentale per progetti di ricerca sulle Smart & Safe City, città più intelligenti e sicure. Un incontro importante alla presenza di Alessandro Cozzi, Country Director Italy Huawei Enterprise Business Group, il vicepresidente e assessore della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci, in rappresentanza del Presidente Francesco Pigliaru, il presidente del Crs4 Luigi Filippini ed il sindaco di Pula Carla Medau.
La Sardegna come laboratorio dove poter sviluppare le tecnologie del futuro. “L’accordo si pone in un quadro generale di attività – ha detto Raffaele Paci – che favorisce l’obiettivo di fare della Sardegna un luogo dove poter sperimentare gli impatti che le nuove tecnologie avranno nei prossimi 10-15 anni”. Ha aggiunto il vicepresidente “il settore dell’Ict è un forte attrattore per altre iniziative analoghe ma soprattutto per le imprese che operano in questo campo. Ora ci attendiamo ricadute positive su molti fronti in special modo aziende che vogliono localizzarsi nel laboratorio”. “Il Crs4 – ha detto Luigi Filippini – è da sempre impegnato nello sviluppo e nell’applicazione di tecnologie innovative per le Smart Cities. Grazie a quest’accordo il Crs4 avrà la possibilità di metterà a frutto il know how di cui dispone e soprattutto avrà la possibilità di sviluppare nuove soluzioni innovative che potranno essere sperimentate in Sardegna prima di essere diffuse nel resto del mondo”.
Parole chiave: collaborazione e condivisione. “Huawei ha circa 40 Joint Innovation Center sparsi in 170 paesi del mondo – ha commentato Alessandro Cozzi – questa collaborazione con la Regione Sardegna e con il Crs4, rientra nell’impegno che Huawei dedica all’innovazione, e conferma la nostra intenzione di contribuire allo sviluppo del paese attraverso ambiziosi progetti di ricerca”. Ha aggiunto “Huawei ha scelto la Sardegna come polo d’eccellenza per lo sviluppo di progetti Smart e Safe City e mira a creare nell’isola un ecosistema ICT aperto e collaborativo”. Carla Medau ha espresso la più ampia soddisfazione per questo accordo: “Un accordo che rafforza il prestigio del parco scientifico e tecnologico. La speranza è che altre multinazionali seguano l’esempio della società Cinese e si insedio nel parco di modo che tutti possano trarne beneficio”.
Le tapp del Jic. L’apertura del laboratorio di Pula è figlio dell’accordo sottoscritto a marzo di quest’anno ad Hannover da parte del presidente Pigliaru (leggi qui). In poco tempo, un mese dopo, è stato scritto il progetto “Tessuto digitale metropolitano” e sono state definite le caratteristiche operative del Joint Innovation Center. A distanza di otto mesi si è potuto concretizzare il progetto dopo che a maggio è stato perfezionato il piano di lavoro durante la missione in Cina guidata dal vicepresidente Paci (leggi qui).
Prossimi sviluppi. A regime il Jic occuperà circa 40 persone tra italiani e cinesi con importanti ricadute economiche. Uno dei primissimi passi sarà quello di realizzare un’infrastruttura che sperimenterà, prima in ambienti virtuali per poi essere portata in alcuni quartieri della città del capoluogo, reti innovative che avranno lo scopo di migliorare le infrastrutture di comunicazione. Un progetto che verrà realizzato con la collaborazione di alcune Pmi. Infatti ad oggi sono sei le imprese che stanno collaborando con il neo nato laboratorio: 4 sarde, A-key, Tecnit, It Euromedia e Netcom; e 2 nazionali, ICT Plus e Spot4.
Safe City. Tra gli obiettivi del centro c’è anche quello di sperimentare sistemi per la gestione globale della sicurezza pubblica all’interno di una città. Attività di sicurezza per la comunità come ad esempio, sistemi anti-terrorismo ma anche per la gestione di incidenti ed eventi di massa. Disastri e catastrofi naturali (tsunami o terremoti) oppure sistemi per agevolare l’assistenza sanitaria pubblica. Saranno sperimentati sistemi evoluti che permetteranno l’invio di contenuti video ed audio a grandi distanze ad esperti di modo che si possa gestire nel miglior modo possibile la situazione d’emergenza. Un esempio concreto delle potenzialità del Jic è stato dato dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Il comandante Silvio Saffioti ed il responsabile del corpo nazionale soccorso tecnico Giuseppe Romano, hanno illustrato e dimostrato praticamente le potenzialità del nuovo network di telecomunicazioni sviluppato grazie all’ausilio dei ricercatori del Crs4 ed i tecnici della società Cinese. “La collaborazione – ha detto il comandante – si inserisce nel segmento del Safe City dove è stato possibile integrare le nuove tecnologie con quelle tradizionali”. L’obiettivo è quello di mettere a punto un modello che consenta di svolgere l’attività di soccorso in modo efficace ed efficiente sia in situazioni ordinarie che straordinarie. “Durante le operazioni – ha aggiunto il comandante del Corpo dei Vigili del Fuoco – è fondamentale la velocità. Abbiamo bisogno di strumenti che rispondono in modo immediato per poter salvare il numero più alto possibile di persone”. Un network che consente la connettività immediata di voce/immagini/dati sia in aeree coperte dalla rete radio che in situazioni estreme dove le reti di telecomunicazione non sono disponibili. La rete viene attivata in brevissimo tempo grazie ad un posto di comando avanzato nel quale è stato installato un modulo fornito da Huawei, integrato con una serie di dispositivi portatili dati in dotazione alle unità in azione che monitorano, in tempo reale, il loro stato di salute e la loro posizione. Il Corpo dei Vigili del Fuoco è stato provvisto anche di un altro valido aiuto tecnologico sviluppato all’interno del Centro di ricerche di Pula: Fireproof un software che simula il comportamento degli incendi boschivi in area mediterranea (leggi qui).
Alessandro Ligas