Solinas diceva: “Nomineremo i capaci”. Ma sulla sanità ecco la rete di amicizie

“Nella scelta dei commissari delle Asl conteranno solo i curricula e non i partiti”. Così diceva, il 24 novembre 2020, il presidente della Regione, Christian Solinas. Una promesse solenne, la sua. Invece dal giro di nomine fatte lo scorso 31 dicembre (qui l’elenco dei manager ingaggiati), viene fuori una rete fitta di amicizie. Intrecci personali e di partiti, col manuale Cencelli a fare da bussola alla spartizione in casa centrodestra.

Quel 24 novembre in cui Solinas fece una delle sue promesse rivelatasi da marinaio, non era un giorno qualsiasi. Si era appena concluso un vertice di maggioranza perché novantasei ore prima il Governo di Giuseppe Conte aveva ufficializzato l’impugnazione della riforma sarda sulla sanità, la legge 24 di settembre 2020, quella che istituiva di nuovo le Asl al posto delle Assl. Roma ha presentato ricorso davanti alla Consulta sui tre articoli – l’11, il 13 e il 47 – che riguardano le nomine dei direttori generali nelle aziende sanitarie. I quali per il decreto legislativo 171 del 2006 vanno ‘pescati’ da un Albo nazionale. Invece con la riforma di settembre è stato istituto un elenco regionale, considerato incostituzionale da Palazzo Chigi.

Partendo dalla Asl di Sassari, ecco Flavio Sensi, napoletano classe ’79. Il più giovane tra i commissari nominati. La sua è stata una riconferma, in quota Fratelli d’Italia. Sensi era arrivato in Sardegna nel 2011, ai tempi di Ugo Cappellacci governatore, come presidente dell’Oiv (Organismo indipendente di valutazione) alla Asl di Oristano. Poi con la Asl unica Ats voluta da Pd e alleati, quando la Giunta sarda era guidata da Francesco Pigliaru, Sensi è stato trattenuto nell’Isola dal Pd. L’allora direttore generale dell’Ats, Fulvio Moirano (i due si erano conosciuti in Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) gli aveva fatto una proroga di un solo mese. Invece i dem di Sassari, si dice, riuscirono a fargli un ‘regalino’ più lungo. Da qualche tempo Sensi è legatissimo a Michele Pais, il leghista presidente del Consiglio regionale.

Per guidare la Asl della Gallura, la scelta è ricaduta sul nuorese Francesco Logias. Nel 2014, proprio nell’Azienda sanitaria della Barbagia, furono i berlusconiani a nominare Logias direttore sanitario. Un tempo il medico era vicino a Pierluigi Saiu, uno dei giovani di Forza Italia che è stato eterno consigliere di opposizione in Comune, ma poi è passato con la Lega e alle Regionali del 2019 ha fatto il salto nella massima assemblea sarda. A questo giro Logias ha cambiato casacca: la nomina in Gallura la deve ai Riformatori di Michele Cossa, benché il  neocommissario venga considerato amico di un altro onorevole, l’avvocato Giuseppe Talanas. La scelta in quota liberal-democratici non è casuale: al Mater Olbia, l’ospedale del Qatar col quale la Asl si relaziona (la struttura privata eroga prestazioni non previste dal servizio pubblico), è direttore sanitario Franco Meloni, capogruppo dei Riformatori ai tempi di Cappellacci.

In Barbagia la guida dell’Azienda sanitaria è stata affidata a Gesuina Cherchi, psicologa, direttrice uscente del Distretto di Nuoro, costola dell’ex Assl territoriale. La manager è entrata in quota Psd’Az, col beneplacito del capogruppo sardista Franco Mula. Che con la Cherchi in passato era ai ferri cortissimi perché nel 2011 il marito della donna, Francesco Loi, l’architetto dell’omonima famiglia fondatrice del colosso turistico Iti, si era candidato a sindaco di Orosei per sfidare Mula. La Cherchi è molto amica di Lina Lunesu, azzurra di ferro quando Silvio Berlusconi contava davvero, poi passata col Psd’Az alle Regionali del 2019 ed entrata a Palazzo Madama non appena Solinas si è dovuto dimettere dal Parlamento per fare ‘solo’ il governatore.

La Asl dell’Ogliastra è andata in mano a Ugo Stochino, altro medico, direttore del Servizio di Igiene pubblica. unico per Nuoro e Lanusei. Stochino nei mesi scorsi è stato al centro di svariate polemiche con la Regione per il ritardo nella trasmissione dei dati sui contagi da Covid-19. Ma la Lega, di cui è un tifoso, si è comunque ricordata di lui.

A Oristano il manager indicato è Francesco Cossu, che sino alla nomina del 31 dicembre aveva l’interim della struttura complessa ‘Direzione ospedaliera’, ovvero il coordinamento del San Martino, dell’ospedale di Ghilarza e di quello di Bosa. Cossu ottenne l’interim nel 2018, quando la sanità sarda era in mano al centrosinistra (assessore il dem nuorese Luigi Arru). Adesso per il manager è arrivata la ‘benedizione’ da parte del centrodestra, con lo zampino di Forza Italia. Cossu gradisce essere chiamato Tony, scritto con la y. In corsia, bonariamente, non gli negano nemmeno l’appellativo di ‘Maschio Alfa’ della sanità oristanese. Ma si sa, medici e infermieri hanno il dono della perfidia.

Nel Medio Campidano l’ha spuntata un outsider, il chirurgo Alessandro Baccoli. Prima del 31 dicembre, il suo nome era fuori dai radar politici. Pare che a spingere per il suo ingaggio sia stato l’assessore regionale all’Ambiente, Gianni Lampis, ‘fratello’ d’Italia che ha ad Arbus, nella stessa provincia, il suo quartier generale. Radio Palazzo dice che sulla poltrona del Medio Campidano si sarebbe dovuto sedere Maurizio Locci, cugino del sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locci, a sua volta ex consigliere regionale di Forza Italia passato con Sardegna Venti20 (ma anche uscito anche dal movimento fondato da Stefano Tunis). Lo scorso 7 novembre, quando il centrodestra assegnò le direzioni della Assl nelle more della legge 24 di riforma, Locci venne messo a capo dell’Azienda sociosanitaria di Sanluri. Il manager non era sgradita nemmeno al centrosinistra: ai tempi di Arru assessore, fu commissario nella stessa Assl.

Nelle assegnazioni del 31 dicembre due sono le bandierine sistemate da Giorgio Oppi. Che in quota Udc ha piazzato il commissario della Asl di Cagliari e quello del Sulcis. Nel primo caso è stato scelto un pensionato, Bruno Simola, il decano degli amici di Oppi, ex Dg della sanità sia nel Medio Campidano che a Carbonia-Iglesias. Il manager che va nel Sulcis è invece Gianfranco Casu, socialista di lungo corso folgorato sulla via dello scudo crociato. Casu si sposta negli ospedali dopo aver fatto il commissario di Laore. Ovvero dall’Agenzia regionale per l’assistenza in agricoltura alla Sanità. Non esattamente la stessa cosa. Ma a ben vedere esistono i manager buoni per tutte le stagioni.

Ecco infine la nomina che sta facendo il giro d’Italia. Il 31 dicembre, attraverso l’assessore alla Sanità, Mario Nieddu e il luogotenente di Matteo Salvini in Sardegna, Eugenio Zoffili, all’Areus, l’azienda del 118, è stata imposta Simonetta Cinzia Bettelini, veneta di nascita, camicia verde, fresca di flop in Calabria: all’Asp di Cosenza, capofila delle aziende sanitarie, la Bettelini non è riuscita ad approvare il bilancio 2018. Missione per la quale era stata reclutata sei mesi fa. Eppure nel Giurin giurello di Solinas – e vale tutti i manager ingaggiati dal centrodestra – i presupposti dovevano essere ben altri.

Alessandra Carta
(@alessacart onb Twitter)

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