Zona franca a Portovesme, si parte con sette ettari nel porto industriale

Passo in avanti per l’istituzione della Zona franca interclusa nell’area industriale di Portovesme. Pochi giorni fa la giunta regionale, su proposta del presidente Francesco Pigliaru e dell’assessora all’industria Maria Grazia Piras, ha approvato la delibera (leggi) con cui vengono individuati i confini territoriali della Zfi, il disciplinare e il soggetto gestore, vale a dire l’Autorità di sistema portuale del Mar di Sardegna non appena sarà nel pieno possesso del porto industriale. Il documento dovrà ora passare al vaglio della commissione regionale competente prima dell’approvazione definitiva con apposita delibera di giunta. L’istituzione della Zfi consentirà di non pagare alcun dazio sulle merci che vi approdano, destinate poi al ‘perfezionamento’ in ambito Ue prima di essere esportate. Si parla di prodotti come cereali, oli e grassi animali e vegetali, macchinari in genere, veicoli aerei e spaziali, navi e barche.

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Il provvedimento rientra nell’ambito del Piano Sulcis e dapprima si partirà, così come proposto dal Comune di Portoscuso, con un’area di sette ettari – attigua al molo utilizzato per i collegamenti con Carloforte – che comprende il fabbricato della Centrale termoelettrica ex Monteponi, oggi di proprietà municipale e il magazzino coperto Minerali. Il progetto prevede anche l’espansione della Zfi con l’aggiunta di una seconda area attigua, di 12 ettari e la presa in consegna dell’ex stazione Monteponi, che ospita attualmente servizi statali per i quali si sta studiando una nuova collocazione. Per la gestione e realizzazione della Zona franca interclusa, l’Autorità di sistema portuale del Mar di Sardegna potrà avvalersi delle competenze del Consorzio industriale provinciale Carbonia-Iglesias (Sicip), attraverso la stipula di un Accordo di programma con la Regione e il Comune di Portoscuso. La Regione attende ora anche le proposte dei comuni di Sant’Antioco e Gonnesa. (p.s.)

 

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