Vinyls, tutto finito: la fabbrica chiude, 88 lavoratori a casa

Il nome Vinyls farà parte della storia. Uno dei tanti tasselli del tessuto economico dell’Isola che man man si è sgretolato. La festa dell’Immacolata per 88 lavoratori di Porto Torres che finora si erano occupati delle bonifiche e del presidi ha portato la parola fine, definitiva. Ieri infatti, come riporta in un ampio servizio La Nuova Sardegna è stata la giornata dello stop di tutte le attività per mancanza di liquidità della società. Nell’impianto dell’Isola si produceva pvc, un tipo di plastica molto utilizzato nella quotidianità. Ma ciò non è bastato a salvare l’industria sarda che marciava in compagnia degli stabilimenti di Porto Marghera e Ravenna. Una notizia che ha preso corpo qualche settimana fa, comunicata ufficialmente dal curatore fallimentare della società chimica, Mauro Pizzigati, in occasione dell’incontro con i responsabili locali e regionali sulla sicurezza ambientale tenutosi al palazzo del Marchese. Una lunga agonia durata cinque anni che ha stremato pure gli animi in protesta.

Il silenzio delle istituzioni, le proteste mediatiche. Non è bastata a sui tempo nemmeno l’occupazione dell’Asinara con la protesta ce l‘Isola dei cassintegrati che faceva il verso alla formula reality “più vero che c’è”. All’orizzonte si sono avvicendati potenziali acquirenti, poi tutti spariti in silenzio. E poi le promesse di un rilancio mai arrivato da parte dei vari Governi che si sono succeduti.

Bonifiche, ovvero briciole di lavoro. In settimana l’appello del sindaco Beniamino Scarpa e dell’assessore all’Ambiente agli assessori regionali all’Industria, al Lavoro e alla Difesa dell’Ambiente, per indire una riunione mirata al completamento della bonifica degli impianti Vinyls. Gli amministratori hanno chiesto di accogliere le richieste del territorio garantendo la prosecuzione degli interventi e avviando azioni per la bonifica completa di un’area inserita all’interno del Sito d’interesse nazionale. Nelle ex fabbriche c’è da completare  la messa in sicurezza, lo smaltimento dei residui dei serbatoi, delle vasche e delle linee annesse e non sono stati effettuati gli interventi relativi alla gestione dei rifiuti. Oltre un anno fa erano stati i sindacati confederali a ricordare che il fallimento della Vinyls e il conseguente collocamento in mobilità dei dipendenti avrebbe innescato gravi problemi di carattere ambientale. Una situazione che rischiava di degenerare, con pesanti conseguenze per terreni e acque che ospitano gli impianti, e che solo il senso di responsabilità delle maestranze aveva permesso di tamponare. Un modo per utilizzare ancora la professionalità dei lavoratori Vinyls. Ma soprattutto per ripulire il deserto di sostanze dannose lasciate da chi produce e va via lasciando disoccupazione, polemiche a vuoto e veleni.

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