Vertenza Eurallumina, la Cgil: “Servono gas e metano, Solinas deve agire”

Riparte la mobilitazione dei lavoratori dell’Eurallumina di Portovesme (Portoscuso) per lo stallo del progetto di riavvio legato alle scelte del Governo in materia di energia. Il Dpcm che prevede l’arrivo delle navi rigassificatrici al porto di Portoscuso e a quello di Porto Torres per fare arrivare il gnl in Sardegna è già stato emanato ma non è stato ancora attuato perché la Regione ha impugnato il provvedimento, prima al Tar e ora al Consiglio di Stato che ha rinviato la discussione sul merito a novembre.

Nell’incontro che si è svolto stamattina con il prefetto di Cagliari, la Cgil ha spiegato le preoccupazioni legate all’irrisolta questione di Eurallumina, le cui incerte prospettive produttive e occupazionali si aggiungono alla precaria condizione dell’intero comparto industriale nel Sulcis Iglesiente. Al centro della questione la disponibilità di gas e metano. “Non è più accettabile che questa situazione si protragga – ha detto il segretario della Cgil Sardegna, Fausto Durante –. Il Governo nazionale e quello regionale decidano presto e bene sulle tecnologie e sulle fonti per assicurare il superamento di questo svantaggio competitivo per l’industria sarda”.

Nel corso dell’incontro, al quale hanno partecipato, per la Cgil, anche il segretario della Camera del lavoro della Sardegna Sud occidentale, Franco Bardi, e il delegato Filctem Cgil dell’Eurallumina, Enrico Pulisci, è stata ripercorsa la storia della fabbrica in stand by da quattordici anni: “I progetti per l’approvvigionamento energetico discussi con la proprietà con l’obiettivo di riavviare l’Eurallumina sono messi in forse da decisioni del governo nazionale e della Regione che, di volta in volta, cambiano gli scenari e impediscono la programmazione e lo sviluppo della filiera dell’alluminio e delle altre attività industriali del territorio”.

Il segretario Durante ha poi aggiunto: “Il presidente Solinas prenda atto della necessità di agire tempestivamente e operi di conseguenza, perché la Sardegna non può permettersi di aspettare il pronunciamento del Consiglio di Stato sul ricorso al Dpcm Draghi”. Occorre decidere adesso cosa fare: “Si deve ricorrere a gasiere e rigassificatori? Lo si faccia, stabilendo dove collocarli sulla base delle necessità industriali, delle caratteristiche tecniche dei luoghi di destinazione degli impianti, della condivisione con i territori. Quel che conta è dotare la Sardegna di questa opportunità e realizzare una infrastruttura moderna ed efficiente, in grado di trasportare oggi il gas – che in questa fase di transizione può accompagnare il processo di cambiamento e di rilancio dell’industria nell’Isola – e in prospettiva l’idrogeno. E si lavori per accrescere la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili, dal solare all’eolico all’idroelettrico”. 

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