Riparte la mobilitazione dei lavoratori diretti e degli appalti dello stabilimento Alcoa che chiedono subito un incontro con il presidente in pectore della Regione, Francesco Pigliaru, ed un’altra con il viceministro dello Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, per conoscere la posizione delle istituzioni sulla vertenza. Queste le due richieste che sindacati e lavoratori in cassa integrazione dello stabilimento, riuniti in assemblea, hanno deciso di inviare questa mattina ai rappresentanti delle istituzioni.
Un assemblea molto animata quella di questa mattina, con la sala riunioni di Alcoa stracolma di dipendenti – diretti e degli appalti – accorsi per ascoltare le preoccupanti novità sul fronte della vertenza che vede la fabbrica di alluminio ferma ormai da dicembre 2012 e sulle strategie da adottare per tentare di rivitalizzare una procedura di cessione che ormai viaggia su un binario morto. “L’Alcoa ha messo a bilancio 20 milioni di euro per bonificare l’area dello stabilimento – denuncia Massimo Cara della RSU Cisl – e una multinazionale specializzata sarebbe pronta a varcare i cancelli dello stabilimento per smontarlo pezzo per pezzo, a costo zero per l’Alcoa, avendo come contropartita la vendita dei rottami, se entro giugno non si troverà una società che voglia rilevare la fabbrica”.
Anche Stefano Lai, RSU della CSS CUB, non è per niente ottimista: “A dicembre è stato stabilito un calendario di incontri e di procedure con l’intervento della Sfirs, che doveva fungere da garante per la gestione dei fondi, circa 80 milioni, per il riavvio della produzione e non c’è stata neppure la nomina del così detto “Advisor”, un super manager che dovrebbe gestire il passaggio alla nuova azienda. Purtroppo dobbiamo anche registrare che al Ministero dello Sviluppo Economico tutti gli impegni relativi all’Alcoa sono stati cancellati”.
Il 15 febbraio ci sarebbe dovuto essere un incontro tra rappresentanti del Mise, della Regione e della Klesch, ma non se ne è fatto niente perché la Klesch non si è presentata. Sono state anche ricordate le posizioni contrastanti del neo Governatore Francesco Pigliaru sulle produzioni metallurgiche pesanti di Portovesme, indispensabili per la sopravvivenza di un intero territorio. “Posizioni che – annunciano i sindacati – andranno al più presto verificate non appena il nuovo Governatore si sarà insediato”. Ma se da un lato i lavoratori e i sindacati tentano in ogni modo di far ripartire quella fabbrica che rappresenta il fulcro di un intera filiera dell’alluminio, considerata da sempre una produzione strategica nazionale nonché unica fonte di sopravvivenza per il Sulcis, dall’altro ci sono lavoratori che tentano il riscatto dalle industrie percorrendo altri modelli di sviluppo, come il gruppo dei lavoratori Alcoa che tenta di coronare il progetto del parco tematico denominato Sevland, oggetto di attenzioni da parte di fondi di investimenti arabi, turchi e da parte della stessa Alcoa. Il tempo stringe ed ora i sindacati con i lavoratori andranno a chiedere risposte.
Carlo Martinelli