Trasporti, mobilitazione nei porti sardi: “Chiediamo dei provvedimenti urgenti”

Autotrasportatori sul piede di guerra contro i rincari previsti dall’inizio del 2020 nei collegamenti marittimi dalla Sardegna alla penisola. In Sardegna e Sicilia sono annunciate clamorose proteste nei porti principali. Il Consiglio regionale all’unanimità ha aderito alle proteste dei prossimi giorni, decidendo di coinvolgere anche tutti i parlamentari sardi. Secondo l’esponente del Movimento Cinque stelle Roberto Li Gioi “non è questo il momento di addossare le colpe ai precedenti Governi o di farne una questione di bandiera politica. Questo è il momento di lavorare, di farlo subito e tutti assieme affinché l’Italia, sebbene in ritardo, si adegui alla direttiva dell’Unione Europea del 2016 che impone alle compagnie di trasporto marittimo l’utilizzo di carburanti meno inquinanti a basso contenuto di zolfo. Un cambiamento necessario per la tutela dell’ambiente che ha già portato a una raffica di aumenti e a livelli altissimi di malcontento”.

“Nei porti sardi è in programma una grande mobilitazione contro i rincari e forse finalmente il tema dei trasporti potrà essere affrontato in Consiglio regionale. Speriamo che almeno di fronte a un’emergenza di tali proporzioni l’assessore ai Trasporti Todde, finora latitante, ci assicuri la sua presenza – commenta il consigliere regionale M5s -. La priorità è sederci attorno a un tavolo per trovare una soluzione che tuteli gli interessi commerciali dei nostri imprenditori e contemporaneamente quelli dell’ambiente. Interessi strettamente connessi ed essenziali per lo sviluppo della nostra Isola”.

“In questa fase dobbiamo agire in fretta a sostegno degli imprenditori marittimi e sfruttare la possibilità di tamponare questo primo periodo con un eventuale intervento dello Stato, come previsto da una clausola inclusa nella stessa direttiva europea – conclude Li Gioi -. Immediatamente dopo dobbiamo lavorare seriamente a una soluzione definitiva e sfruttare nel migliore dei modi il tempo che abbiamo a disposizione fino al 20 luglio, data in cui scadrà l’attuale bando di continuità territoriale”.

“Nessuno si illuda di trovarsi di fronte i soliti quattro disperati da calmare con un tozzo di pane o peggio con promesse immaginose: Sicilia e Sardegna sono la punta di un iceberg di disagio disperazione e rabbia”. L’allarme sulla protesta che scatterà nelle due grandi isole contro gli aumenti indiscriminati nelle tariffe per il trasporto delle merci via mare è Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito. “La totale incapacità del Governo e della politica di comprendere che l’innalzamento di costi e delle barriere infrastrutturali annientano territori come quelli delle due isole maggiori, sommata all’indifferenza con la quale si affrontano le rilevanti ripercussioni generate da normative internazionali e comunitarie, generano le premesse per innescare conflitti sociali che, auspichiamo, non escano fuori controllo”.

“Il tempo è scaduto e ciò a causa della totale assenza di provvedimenti urgenti, finalizzati ad attenuare i costi dei trasporti marittimi, nonché di una qualsivoglia capacità di pianificare azioni in grado di sostenere politiche economiche in territori resi degradati – continua Maurizio Longo -, non si è cioè compresa e non si comprende la gravità della situazione, e ciò renderà scontato il compattamento delle categorie economiche, e delle famiglie, sulle ragioni delle proteste”.

“Per l’autotrasporto il caso Sicilia e Sardegna rappresenta una pericolosa scintilla nella polveriera di un Paese che si serve dell’autotrasporto per l’80 per cento del trasporto delle sue merci – conclude il segretario generale di Trasportunito -, ma che continua in modo sempre più ottuso a considerare la maggioranza degli autotrasportatori come emarginati da spremere sino a farli fallire, costringendoli a operare in condizioni di sfruttamento e ai limiti della legalità e della sicurezza stradale”.

 

 

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