“In Italia esiste una drammatica questione salariale, segnata dai livelli troppo bassi delle retribuzioni e in Sardegna il tema è ancora più pressante perché, come dicono i dati disponibili, la media settimanale dei salari nell’Isola è pari a 477 euro, circa 100 euro in meno delle retribuzioni medie del resto del paese”: così il segretario della Cgil Fausto Durante commenta le dichiarazioni della presidente Alessandra Todde sul salario minimo, sottolineando che “è apprezzabile che sulla questione dei salari dalla Sardegna venga un segnale in netta controtendenza rispetto agli orientamenti del governo nazionale, che non sta tutelando il lavoro e i salari e che sinora si è fermamente opposto all’introduzione del salario minimo, elemento presente in questi tutti i paesi dell’Ue con effetti positivi per il lavoro e l’economia”.
Per la Cgil occorre continuare a battersi per l’introduzione del salario minimo nel Paese: “A sostegno di questa battaglia, un provvedimento legislativo della Regione Sardegna per livelli salariali adeguati sarebbe un passo nella giusta direzione della tutela dei salari e delle condizioni di reddito per i lavoratori dipendenti. La Regione potrebbe, ad esempio, stabilire che nel sistema degli appalti pubblici si applichino i contratti collettivi e i salari lì stabiliti dai sindacati maggiormente rappresentativi. Inoltre potrebbe prevedere dei meccanismi di incentivazione per estendere l’applicazione di quei contratti e dei loro sistemi di tutela in tutti i luoghi di lavoro della Sardegna”.