Tirrenia, un concordato anti fallimento: “Obiettivo continuità e posti di lavoro”

Cin SpA ha depositato ieri, a tarda sera, al Tribunale di Milano, una domanda in continuità” e prevede “la vendita di alcuni asset”. Lo fa sapere la stessa compagnia di navigazione in una nota nella quale conferma la richiesta di concordato per evitare il fallimento. Il piano, secondo il vettore, “assicura le migliori condizioni per il rilancio dell’impresa, il mantenimento dei servizi ai clienti, la salvaguardia dei livelli occupazionali diretti e dell’indotto in un settore, quello marittimo, tra i più colpiti dalla crisi Covid-19, superata dalla compagnia grazie ad un business solido ed in crescita”.  Ancora, si legge nella nota “il piano si basa sulla continuità aziendale, sul mantenimento dei posti di lavoro e delle rotte non prevedendo inoltre alcun tipo di contributo pubblico da convenzioni ma operando sempre in regime di libero mercato, tutto ciò anche in considerazione dei positivi risultati registrati nell’ultimo anno e dell’attuale trend ben al di sopra delle aspettative”.

A fronte del mancato accordo, Cin “ringrazia il 95 per cento dei fornitori che, dando fiducia, avevano sottoscritto accordi con la Compagnia e anche Europa Investimenti per il supporto”. “Il presupposto del piano di risanamento proposto si basa su un rigoroso piano di azioni posto in essere dal management nell’ultimo anno, che – conclude il vettore – ha previsto una serie di misure per il contenimento dei costi, l’incremento delle quote di mercato e dei ricavi e la dismissione di alcune rotte non ‘core’ per la compagnia ed ha così creato le condizioni per la presentazione ai creditori di un piano solido e sostenibile”.

Emergono nuovi particolari sulla trattativa. Ricordando che “i debiti finanziari ammontano a 640 milioni di euro” il gruppo Moby-Cin, in una nuova nota, sottolinea che “grazie all’intervento del fondo italiano Europa Investimenti pagheremo 77 milioni di euro in favore di banche e bondholders, ovvero l’intero debito di Cin nei confronti degli stessi, che saranno quindi obbligati al rilascio del consenso alla cancellazione delle ipoteche attualmente esistenti in loro favore sulle navi, con la conseguente permanenza sulle stesse della sola iscrizione di ipoteca di primo grado in favore di Tirrenia in As. Ricordiamo – si legge ancora – che oggi Tirrenia in As è un creditore chirografario, ovvero privo di qualsiasi garanzia reale sulle navi”. “Ricordiamo inoltre che l’accordo raggiunto da Cin con Tirrenia in AS prevedeva non solo il pagamento dell’80 per cento del credito vantato da quest’ultima con rilascio di garanzie esclusive su navi di primo grado e quindi come attestato il miglior soddisfacimento per i creditori e che l’accordo stesso si è interrotto a causa di ulteriori sei condizioni poste dal Ministero solo nella notte antecedente alla scadenza dell’udienza del 6 maggio delle quali quattro sono state subito accettate, mentre altre due sono state ritenute da soggetti terzi, quale l’attestatore, illegittime e con profili di illegittimità ed illegalità”. Tuttora il piano per il rilancio resta top secret, compresa l’annunciata vendita di alcuni asset, ma il gruppo rivela che il fondo italiano “Europa investimenti” è pronto ad iniettare una liquidità di oltre 60 milioni di euro.

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