Il Terminal crociere sta sempre lì, molo Ichnusa di Cagliari: una scatola vuota davanti al mare in attesa di un utilizzo. Costato 5 milioni di euro, adesso vede sfumare anche la sua possibile nuova vita: una ripartenza con i maxi yacht. La notizia si legge sulle pagine de L’Unione sarda in edicola oggi. Sull’ultima gara e relativa concessione si sono accesi i fari della Procura di Cagliari (fascicolo dei pm Marco Cocco e Giangiacomo Pilia) e ora è arrivata la sospensione di tutto il procedimento comunicata dall’ingegnere dell’Autorità portuale, Alessandra Salvato e decisa con un decreto dal commissario Vincenzo di Marco. I veleni e le ombre si sono sollevate quasi subito a causa dello strappo, e delle denunce, della società che si era aggiudicata il bando, la cagliaritana Ichnusa srl. Accuse interne di finanziamenti occulti e le indagini ruotano appunto attorno all’ipotesi di gara truccata.
Il Terminal crociere, pronto da anni, non ha mai lavorato a regime. Ma solo utilizzato per eventi saltuari o per l’arrivo di navi di medie dimensioni. Pensato e progettato, in un primo tempo, per i giganti del mare (da qui il nome) con tanti di uffici, locali e negozi da dare in gestione è di fatto chiuso. Il fondale, infatti, si è rivelato non adatto in quel punto ad ospitare le grosse navi: troppo basso. Difficile e costoso sistemarlo e così le maxi crociere attraccano al molo Rinascita, in mezzo al porto, senza alcun servizio. Mentre il Terminal continua ad aspettare un qualsiasi futuro.