Garanzie occupazionali in vista della delibera Agcom che, ad esempio, solo in Sardegna potrebbe determinare una diminuzione del lavoro per i tecnici pari al 60%. È la richiesta fondamentale avanzata dai dipendenti Tim che oggi sono stati i protagonisti di uno sciopero dalle 8 alle 11 e di un sit-in in via Calamattia a Cagliari, davanti alla sede aziendale. Un presidio in concomitanza con lo sciopero nazionale indetto dalla Slc Cgil all’interno della vertenza Tim, in seguito alla disdetta dell’Accordo integrativo avvenuto lo scorso 6 ottobre, e con due manifestazioni a Roma e Milano.
Le ragioni. La delibera Agcom consentirebbe il pieno accesso di operatori alternativi sulla rete di Telecom, da qui il rischio della diminuzione della quantità di lavoro. Ma oggi i cinquanta scesi in piazza a Cagliari hanno chiesto anche un salvagente per fronteggiare gli effetti della concorrenza di Enel Open fiber. Enel, infatti, sta costruendo una rete in fibra che potrebbe rendere obsoleta quella offerta da Tim. Per tutti questi motivi, ha spiegato l’Rsu di Slc Cgil, Maurizio Tola, “ci attendiamo un progetto industriale che garantisca la tenuta occupazionale e risposte che l’azienda non solo non dà ai lavoratori, ma nemmeno ha dato alle commissioni Parlamentari Lavoro, Infrastrutture, Attività produttive dello scorso 8 marzo”. In Sardegna i dipendenti Telecom sono circa ottocento: la metà impegnati nel servizio commerciale e nella piattaforma informatica, gli altri 400 tra tecnici e progettisti. Interesserebbero soprattutto questi ultimi le conseguenze della delibera Agcom e della concorrenza di Enel Open Fiber.