A cinque mesi dalla visita del ministro Urso ai cancelli della Portovesme, le promesse restano parole sospese nell’aria dell’incertezza. Il territorio del Sulcis Iglesiente continua ad attendere risposte concrete sulla sorte di tre vertenze: Sider Alloys, Portovesme Srl e Eurallumina. E l’allarme lanciato dai sindacati non potrebbe essere più chiaro: senza una prospettiva reale per le grandi aziende industriali, l’indotto rischia di scomparire.
“L’indotto esiste perché esistono le grandi aziende industriali che hanno prodotto materie prime strategiche: alluminio, piombo, zinco. E continuerà ad esistere solo se queste aziende avranno un futuro”, ha dichiarato Fausto Durante, segretario generale della Cgil Sardegna, durante l’incontro tenutosi a Roma con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Un incontro considerato “utile” anche dalla Uilm, che però chiede con urgenza un passaggio dalla fase di analisi a quella progettuale. Guglielmo Gambardella, segretario nazionale Uilm, e Renato Tocco, segretario Uilm Sulcis Iglesiente, hanno infatti ribadito la necessità di trovare in tempi rapidi soluzioni industriali per le tre vertenze principali, a partire da Sider Alloys, definita “una gestione fallimentare” che necessita di un’alternativa immediata.
Sul tavolo anche la questione strategica dell’energia. La ripartenza di Eurallumina è legata a doppio filo con l’approvazione del Dpcm Sardegna sull’approvvigionamento energetico. Un provvedimento atteso da tempo e ritenuto essenziale per creare un contesto favorevole agli investimenti, non solo per salvare l’esistente ma per attrarre nuove attività produttive. Durante ha puntato il dito contro la mancanza di risposte da parte del governo, sottolineando come le promesse fatte alla fine del 2023 restino inattuate. “Non si capisce se ci siano davvero soggetti industriali pronti a investire sulla ripresa della produzione di piombo e zinco, come annunciato dal ministro Urso. E lo stesso vale per Sider Alloys”, ha dichiarato. “Occorre garantire ammortizzatori sociali, formazione adeguata, e utilizzare rapidamente le risorse del Just Transition Fund – ha ribadito Durante – affinché si possano creare anche nuove opportunità di lavoro in altri settori, rilanciando davvero l’economia del Sulcis”. Anche i rappresentanti Uilm insistono sulla necessità di voltare pagina: “Serve un piano vero per il rilancio dell’area. Abbiamo chiesto che, conclusa l’analisi, si passi alla progettazione. Il Sulcis ha bisogno di risposte immediate, non di ulteriori attese”.