Spopolamento e aree interne, le proposte della Cisl: “Puntare su agroalimentare, ambiente e processi di innovazione”

“Riabitare i territori non basta”. E per risolvere il problema dello spopolamento in Sardegna serve una visione unitaria unendo agroalimentare, ambiente e turismo. La Cisl Sardegna ha lanciato un appello e una serie di proposte sul tema delle aree interne e della loro marginalità. Serve, secondo il segretario generale Pier Luigi Ledda, un intervento complessivo che offra opportunità ai giovani, favorisca il benessere delle famiglie e stimoli la crescita delle imprese locali per generare valore per le comunità.

Il sindacato propone la riattivazione dell’Osservatorio regionale delle aree interne, un organo che dovrebbe monitorare e sviluppare politiche a lungo termine per questi territori. “Servono tavoli permanenti sul fenomeno dello spopolamento, per trasformare le risorse disponibili in azioni concrete”, ha detto Ledda. Tra le proposte, anche la creazione di cooperative di comunità per rilanciare l’occupazione e la coesione sociale, e comunità energetiche per garantire autosufficienza energetica.

Particolare attenzione è stata data al settore agroalimentare, che Ledda ha definito “una sfida cruciale per la rinascita dei territori”. Secondo il segretario, questo settore, che ha perso competitività nel tempo, potrebbe offrire ai giovani nuove opportunità lavorative e imprenditoriali. Per rilanciare l’agroalimentare sardo, la Cisl propone incentivi per le imprese, la creazione di incubatori di innovazione e un maggior sostegno alle filiere produttive locali, integrandole con il settore turistico.

Uno dei punti critici sollevati riguarda la carenza di infrastrutture nelle aree rurali, che ostacola sia la competitività delle imprese sia l’accesso ai mercati nazionali e internazionali. “Per far crescere il settore – ha spiegato Ledda – serve una formazione adeguata, soprattutto in agricoltura 4.0, e un’offerta formativa che risponda alle richieste del mercato del lavoro, con focus su turismo ed energie rinnovabili”.

L’innovazione, secondo la Cisl, è fondamentale per migliorare la competitività e la sostenibilità delle imprese agricole. L’adozione di tecnologie avanzate e pratiche agricole sostenibili, insieme allo sviluppo di nuovi prodotti, rappresentano i principali strumenti per rispondere alle esigenze dei consumatori e alle sfide ambientali.

Ledda ha concluso ribadendo l’importanza delle sinergie tra imprese agricole, filiere agroalimentari e comunità locali per valorizzare le peculiarità territoriali. Tuttavia, per raggiungere questi obiettivi, è necessario un potenziamento delle infrastrutture: migliorare le reti stradali e ferroviarie e garantire la digitalizzazione delle aree interne con l’estensione della banda larga e del 5G. “Solo così – ha dichiarato Ledda – potremo trasformare l’unicità dei prodotti della terra sarda in un richiamo turistico e dare un futuro ai nostri territori”.

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