“Gli agricoltori e allevatori della Sardegna chiedono pari dignità, rispetto alla Sicilia, sui sostegni per i danni causati dalla siccità e legati al Fondo di solidarietà nazionale. È stata chiesta la deroga dalla Regione Sardegna? Sono state attivate le interlocuzioni tra la Regione e il Ministero per seguire l’iter del riconoscimento? Perché non si capisce, altrimenti, come mai per la Sicilia siano stati previsti i fondi e gli aiuti, mentre per la Sardegna che ha avuto altrettanti gravi danni per la mancanza di acqua, non si sia stato così. La condizione delle zone colpite dalla siccità nella nostra regione sono le stesse della Sicilia. Non è accettabile rimanere inermi”. Così Coldiretti Sardegna con i suoi vertici, Battista Cualbu e Luca Saba, presidente e direttore, interviene sulla situazione attuale della siccità e dei mancati aiuti per gli allevatori ed agricoltori dell’isola.
“Non ci interessa sapere di chi siano le responsabilità per quello che sta accadendo oggi, se del Governo nazionale o di quello regionale, perché gli agricoltori e gli allevatori sardi meritano i giusti sostegni per i gravissimi danni subiti dalla siccità. Ora si deve recuperare il tempo perduto e per questo è necessario che la Regione verifichi lo stato attuale e soprattutto che ci sia una integrazione dei territori colpiti – aggiunge Coldiretti – la mappatura che era stata fatta delle aree dell’Isola investite dalla siccità non è quella reale, considerato che molti territori erano stati lasciati fuori. Proprio per questo è necessaria una integrazione della mappa e il riallaccio delle relazioni tra la Regione e lo Stato per poter raggiungere l’obiettivo unico: assicurare i sostegni verso i nostri agricoltori allevatori”.
Per Coldiretti Sardegna la situazione di estrema gravità che si sta vivendo in Sardegna nelle aziende colpite è tale da giustificare (allo stesso modo della Sicilia), una deroga alle normative per poter ottenere i ristori dovuti – continua l’associazione – proprio per questo l’Esecutivo regionale deve attivarsi per dimostrare realmente quanto sia drammatica la situazione nell’isola. Ancora una volta – continua Coldiretti Sardegna – a pagare il prezzo di una gestione completamente errata della vertenza siccità in Sardegna saranno gli agricoltori e gli allevatori. Oggi c’è l’ennesimo danno per chi ha già perso decine di milioni di euro a causa del mancato reddito e dei danni alle colture e alle foraggere che ha interessato quasi tutta l’isola, tanto che oggi ne subiamo ancora le conseguenze.
Per Coldiretti la decisione che arriva da Roma è solo “la conseguenza ultima di una lunga serie di errori e di ritardi gravi nel gestire un problema che Coldiretti e i suoi agricoltori e allevatori avevano denunciato già da inizio anno e poi segnalato con due diverse lettere – spiegano Cualbu e Saba – le grandi manifestazioni avviate prima della fase più critica della siccità non sono servite, così come non sono bastate le proposte e le richieste che Coldiretti aveva presentato ai candidati già a febbraio. Durante l’estate – sottolineano ancora i vertici Coldiretti Sardegna – avevamo rilanciato ripetutamente sulla necessità di dichiarare lo stato di calamità naturale, atto arrivato solo a metà settembre, mentre altre regioni, proprio come la Sicilia, avevano potuto già accedere ai fondi nazionali mesi prima per ristorare le aziende in difficoltà nella loro regione”. Per Coldiretti, quindi, è necessario “agire subito e attivarsi per dare risposte concrete alla sofferenza del mondo delle campagne – concludono – ancora una volta sottolineiamo che solo ascoltando per tempo i territori e le necessità delle centinaia di aziende in difficoltà si possono evitare questi problemi”.