Sciopero, oltre 1.500 persone rispondono all’appello di Cgil e Uil nell’Isola: “Adesso basta”

“Adesso basta” è lo slogan della manifestazione: lo hanno gridato più volte dal palco di piazza del Carmine a Cagliari contro la manovra finanziaria di Meloni e contro la precettazione di Salvini. Ma sotto il palco c’è chi ha fatto già i conti. I pensionati del Sulcis, ad esempio, lo hanno spiegato molto bene. E “adesso basta” è diventato “le pensioni non ci bastano”. Precisando che “anche con mille euro, per colpa dei rincari, a volte non si riesce ad arrivare a fine mese”.

La Sardegna ha risposto con oltre 1.500 persone alla chiamata alla mobilitazione di Cgil e Uil. Ancora in fase di conteggio le adesioni allo sciopero che hanno riguardato pubblico impiego (con riduzione delle ore a 4 per i vigili del fuoco), funzioni centrali, enti locali, sanità, terzo settore, igiene ambientale, poste, servizi in appalto, consorzi di bonifica, scuola, università, ricerca, Afam, formazione professionale, trasporti (escluso il personale di terra e navigante del trasporto aereo).

“Quando veniamo sfidati rispondiamo – ha detto il segretario regionale di Cgil, Fausto Durante -, i lavoratori hanno costruito la fortuna di questo paese e i sindacati hanno difeso la democrazia dagli attacchi di tutti i tipi, neri e rossi”. Dalla segretaria regionale della Uil Francesca Ticca la bocciatura della proposta di bilancio che arriva da Roma: “Questa legge non va bene, non dà risposte a disoccupati, giovani e pensionati, tanto per citare le categorie più colpite. Abbiamo necessità di risposte concrete e a lungo termine, non regalie o una tantum. Vogliamo certezze, per questo, da questa piazza, chiediamo a Meloni di cambiare manovra”.

Non solo protesta: in piazza anche la controproposta con al primo punto, il lavoro “con l’obiettivo di aumentare i salari, rinnovare i contratti e abbattendo il divario di genere”. Poi il fisco, “che deve essere progressivo, escludere la flat tax e prevedere una lotta reale all’evasione”. E i giovani “ai quali occorre garantire il diritto allo studio, un lavoro stabile, una pensione contributiva di garanzia”. E quindi “tutela del potere d’acquisto delle pensioni, il rilancio della sanità pubblica”.

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