“Sulla questione Saremar, non crediamo alle rassicurazioni dell’assessore regionale ai Trasporti. Abbiamo quindi chiesto l’interessamento dei ministeri dell’Economia e dei Trasporti, per l’apertura di un tavolo con le organizzazioni sindacali e con i rappresentanti della Regione”. A parlare è il segretario regionale Trasporti della Cgil, Arnaldo Boeddu. La vicenda è nota: con il fallimento della Saremar (Sardegna regionale marittima), legato agli aiuti di Stato ricevuti dalla Regione nell’ambito della Flotta sarda, il naviglio è stato messo all’asta e la Regione sta predisponendo un nuovo bando per l’assegnazione delle rotte con le isole minori. In una situazione così incerta, sindacati e lavoratori temono per la perdita di 167 posti di lavoro, senza considerare l’indotto.
“Una soluzione potrebbe essere la costituzione di una apposita divisione marittima Arst S.p.A – dice Boeddu – per mantenere in mano pubblica un servizio che, tra gli essenziali, è considerato da molti il più essenziale perché collega un’isola con un’altra isola. Chiediamo poi il mantenimento di tutti i livelli occupativi e di reddito, pretendendo una priorità nelle assunzioni per quei marittimi del turno generale che, è bene non scordare, lavorano da oltre 15 anni nel settore per sostituire i colleghi assenti e per sopperire ai picchi di lavoro estivi. Bisogna però – prosegue il sindacalista – assicurare le tutele anche ai lavoratori dell’indotto che offrono servizi per la Saremar ed ancor prima per Tirrenia da tantissimi anni”.
Nelle scorse settimane, i dipendenti sono scesi in piazza con manifestazioni a Carloforte (dove hanno occupato la chiesa) e alla Maddalena, per difendere i posti di lavoro in bilico. Anche col sostegno delle loro mogli, in testa al corteo che a metà ottobre ha attraversato le vie della cittadina ‘capoluogo’ dell’arcipelago e impegnate qualche settimana prima nell’occupazione del municipio: “Giù le mani dal nostro futuro”, ripetevano. Ma come si arriva a questo punto? “Parliamo di una società florida, che non aveva alcun problema economico ed è stata condotta al fallimento – dice il segretario regionale della Cgil trasporti Arnaldo Boeddu -. Ora l’assessorato regionale ha inserito nel bando per le rotte, non ancora pubblicato, una clausola di salvaguardia, e questa è una garanzia in più. Il problema però si pone per chi sta maturando i requisiti per il pensionamento, visto che a queste condizioni potrebbe percepire un assegno decurtato anche del 40 per cento. È chiaro che una soluzione va trovata anche per loro”.
“C’è poi il fatto che col fallimento – dice ancora Boeddu – il naviglio è stato messo all’asta dal tribunale. Questo ha determinato una situazione per così dire sui generis, molto lontana dal processo di privatizzazione che ha interessato le altre compagnie ex Tirrenia come Caremar (Campania), Siremar (Sicilia) e Toremar (Toscana). Questo, appunto, per l’avvio della procedura fallimentare. Il risultato? Chi si aggiudicherà il naviglio potrebbe non poter disporre delle rotte, visto che le gare sono due. Per questo chiediamo con forza l’apertura di un tavolo con i ministeri e, in parallelo, auspichiamo che venga presa in considerazione l’ipotesi della costituzione della divisione marittima Arst”.