Ripresa fragile nell’Isola, trainata dalle opere pubbliche: +13% la nuova produzione, dal mercato immobiliare +4% le compravendite, dall’espansione dell’offerta di credito per l’acquisto di abitazioni +54% nel 1°semestre. Questo, in estrema sintesi, il quadro tracciato dalla Cna, Sardegna.
La ripartenza in alcuni segmenti è dunque avviata ma permangono elementi di forte fragilità per il settore, come dimostrano i pesanti cali delle imprese attive nel settore, -2,3%, e le difficoltà nell’occupazione. Il 2014 si conferma come ultimo anno di decrescita per le costruzioni regionali, -1,4%; la ripresa nell’anno in corso, pur settorialmente differenziata, consente una importante inversione di tendenza portando il volume d’affari complessivo a 4,7 miliardi di euro, +0,9 sul 2014; 3,8 miliardi per investimenti e 980 milioni per manutenzione ordinaria del patrimonio esistente. Ripresa trainata dal rinnovo +1,5% e dalla manutenzione ordinaria +2%, dalle opere pubbliche +13% nella nuova produzione, e dal rinnovo dell’edilizia non residenziale +0,9%. È quanto dichiarano Francesco Porcu e Vladimiro Sarais, rispettivamente segretario regionale CNA e Vice presidente di CNA Costruzioni, nel presentare a Cagliari il rapporto congiunturale sullo stato delle costruzioni nel 2015 e le stime previsionali sul 2016.
Le previsioni per il 2016. E’ il comparto delle opere pubbliche, infrastrutturali e di edilizia che – continuano i vertici CNA – , recuperando nel 2016 ulteriori quote di mercato, si incaricherà di stabilizzare il settore che dovrebbe crescere dello 0,6%. Sono le opere stradali – Sassari-Olbia, la SS195 “Sulcitana” tratto Cagliari-Pula (termine previsto per il 2017), nonché i lavori sulla 131 oltre alla realizzazione della Metropolitana di superficie a Cagliari, a sospingere il comparto nel prossimo biennio.
L’analisi Cna. La crisi devastante di questi anni – continuano Porcu e Sarais – è il frutto in primo luogo della caduta degli investimenti pubblici in infrastrutture grandi e piccole. Restrizioni di bilancio e vincoli di spesa hanno falcidiato le possibilità di intervento, in primo luogo degli enti locali, tra i maggiori responsabili della spesa. “In Sardegna dal 2006 i comuni hanno dimezzato la propria capacità di intervento. Per le opere di manutenzione spendevano 1 miliardo, oggi meno di 500 milioni. Alla contrazione delle risorse si è accompagnata la confusione, i ritardi, le inefficienze delle strutture burocratico-amministrative e più in generale della P.A. incapace di spendere bene e in fretta le risorse disponibili. La possibilità di consolidare la ripresa del settore – dichiarano Porcu e Sarais – è legata alla capacità di promuovere: un processo di riordino e di semplificazione del quadro normativo che dia certezze nei tempi di realizzazione delle opere agli investitori pubblici e privati a partire dall’approvazione di una nuova legge urbanistica e dall’adeguamento del Piano Paesaggistico regionale; un allentamento dei vincoli del patto di stabilità interno, condizione necessaria per spendere i 500 milioni che i comuni sardi hanno in cassa; la costituzione di una unica cabina di regia sulle opere pubbliche tra regione e enti locali, che unifichi, coordini, razionalizzi le procedure per la realizzazione delle opere e poi effettui il monitoraggio e la verifica sullo stato della spendita delle risorse di diversa provenienza (statale, comunitaria, regionale, ecc.).
Sintomatici a questo proposito i pasticci che la cronaca propone in questi giorni: mancata istituzione della centrale unica di committenza; contenzioso avviato da alcuni comuni e conseguente blocco della spesa sulle opere immediatamente cantierabili.
I mercati provinciali. Migliora ma rimane differenziata la situazione dei mercati provinciali. È Olbia-Tempio la provincia che nel 2015 guadagna la migliore performance +8,7%, trainata dal rinnovo edilizio e dalle opere stradali, seguita dall’Ogliastra +3,4% e Nuoro +3,1%, in forza dei buoni risultati conseguiti nell’edilizia sanitaria e nelle infrastrutture. Stabile Sassari +0,1% che recupera le perdite dell’ultimo biennio (-26%). In leggera crescita il Medio Campidano e Carbonia-Iglesias tra 1,5 e 2%; male Oristano -2,4% e Cagliari -1,4%;
La nuova produzione edilizia. In questo segmento la fase recessiva non è ancora terminata, nel 2015 i volumi ultimati si ridurranno ancora, scendendo sotto i 2 milioni di metri cubi.Si tratta di una ulteriore pesantissima flessione, che vede i volumi residenziali perdere il 21% e quelli non residenziali il 15% per una riduzione complessiva del 18,5%, che porta il livello della produzione edilizia annua a 1900 mila metri cubi. Dal 2002, quando venivano ultimati più di 10 milioni di metri cubi, la capacità produttiva del sistema regionale si è così ridotta di oltre l’80%.
Produzione residenziale. Nel 2015 la produzione edilizia abitativa scende sotto la soglia di un milione di metri cubi. In otto anni il calo è del 78% (4,5 milioni nel 2007). Olbia-Tempio, Sassari e Cagliari le province che perdono più volumetrie, con una riduzione che va dal 78,5% al 74%.
Produzione non residenziale. Dal 2006 le volumetrie non residenziali ultimate si sono ridotte senza sosta con un tasso medio annuo del -15%.
Nel 2014 la riduzione stimata è stata del 27%, ma si ridurrà nel 2015 di un ulteriore 15%. Nel 2005 i volumi realizzati erano pari a 5.638 milioni di metri cubi, a fine anno saranno inferiori al milione.
Opere pubbliche. I bandi di gara per realizzare opere pubbliche nel territorio regionale pubblicati nei primi 9 mesi dell’anno in corso sono state poco meno di 900, per una spesa complessiva di 560 milioni. Il numero delle gare promosse è cresciuto del 10% rispetto ai primi 9 mesi del 2014 ma la spesa risulta in flessione del 6,7%. Permane una situazione di estrema fragilità e volatilità del mercato, che continua a manifestare gli effetti della difficile congiuntura economica, con i problemi persistenti di tagli alle risorse delle amministrazioni locali.
Tra i committenti,i comuni sono i maggiori responsabili della spesa mandando in gara 698 gare per oltre 221 milioni, seguono la sanità pubblica con 176 milioni di euro; male Ferrovie e Anas, rispettivamente a 2 e 4,5 milioni di euro. Cagliari con 205 milioni e Sassari con 145 le province più dinamiche.
Ancora forte l’incidenza delle nuove forme di affidamento dei lavori che, per la loro complessità (P.P.P., appalto integrato, contraente generale, concessioni non sono fruibili dal sistema delle imprese isolane, lavori che hanno rappresentato un importo pari a 320 milioni su 560.
Il lavoro e le imprese. Dal lato dell’offerta i principali indicatori delineano un settore ancora in difficoltà. Nel 1° semestre 2015 si sono iscritte ai registri camerali 434 nuove imprese, contro le 429 del primo semestre 2014. Le cancellazioni nello stesso periodo sono diminuite passando da 831 a 815 unità.
Il dato complessivo è che le imprese attive, pari a 20.283 alla fine del 2° trimestre 2015 si riducono ancora rispetto al secondo trimestre 2014 (-2,3%); le imprese artigiane si riducono del 3,6% (dato al secondo trimestre).
Tra il 2008 e il 2014 il settore delle costruzioni ha perso complessivamente quasi un terzo degli addetti (-26% complessivo e nel dettaglio -33% i dipendenti, -7% indipendenti).
Nei primi 2 trimestri 2015 il calo non si assesta, soprattutto a discapito della componente del lavoro dipendente che perde un altro 16% a fronte della stabilizzazione dei lavoratori autonomi.