L’export sardo non dovrebbe subire grosse conseguenze rispetto alle sanzioni nei confronti della Russia. Una dato che scaturisce dal volume di affari dovuto alle esportazioni della Sardegna verso l’est Europa. Secondo i dati elaborati dalla Cna, infatti, si tratta di una piccola fetta del mercato complessivo, per un totale di 14 milioni di euro, pari allo 0,3 per cento dell’intero comparto.
Dunque, sebbene la guerra avrà delle ricadute pesanti anche sulla Sardegna, per quanto riguarda i costi di energia e carburante, c’è un settore che potrebbe comunque avere effetti negativi ridotti. Le esportazioni verso la Russia, riguardano soprattutto il settore chimico con l’84 per cento del totale e in minima parte, invece, il settore agroalimentare.
Stando, inoltre, all’estensione delle sanzioni decisa dall’Unione europea l’impatto si conferma di minore impeto rispetto ad altre realtà italiane. Le misure decise dall’Ue impongono controlli molto severi in alcuni ambiti specifici e rispetto ad alcuni, come telecomunicazioni, autoveicoli, nautica, aeronautica e tecnologie spaziali.
Secondo lo studio di Cna, in riferimento a questi settori, il blocco potenzialmente avrebbe effetto sul’1,2 per cento del totale sulle produzioni isolane esportate in Russia, ossia circa 615mila euro su un totale di 50 milioni.
Di contro, l’analisi sull’andamento complessivo delle esportazioni sarde riporta dati incoraggianti, visto che il 2021 si è chiuso con un aumento sostanziale in diversi settori. Infatti, la crescita ha fatto segnare un aumento del 34 per cento che tradotto in moneta significa un volume d’affari pari a 1,29 miliardi di euro contro i circa 962 milioni dell’anno precedente.
A sorridere è soprattutto il settore agroalimentare che in due anni è cresciuto oltre il 14 per cento e ha messo in circolo un volume d’affari di 196 milioni di euro. Bene anche l’industria che si occupa della lavorazione del metallo, mentre ancora a rilento l’export in ambito chimico.