Rientro dei capitali, 417 sardi si autodenunciano: attività per 192 milioni

Bilancio positivo in Sardegna per la voluntary disclosure, ovvero la procedura di collaborazione volontaria per l’emersione dei capitali non dichiarati al fisco: i contribuenti isolani che hanno presentato la domanda di regolarizzazione sono stati 417, denunciando attività estere per complessivi 192 milioni di euro, di cui 51 già rientrati in Italia. La procedura si è chiusa alla mezzanotte del 30 novembre: grazie al contributo della Sardegna, l’Erario incasserà oltre 11 milioni e mezzo di euro, un gettito stimato al netto degli interessi e applicando aliquote medie. L’ammontare effettivo degli introiti sarà determinato dall’attività di accertamento sulle istanze presentate svolta dall’Agenzia delle Entrate.

Nella maggior parte dei casi, i contribuenti sardi che si sono autodenunciati hanno chiesto il rimpatrio di attività finanziarie e patrimoniali detenute oltre confine. Nata un anno fa con la legge n. 186/2014, complessivamente l’operazione porterà nelle casse dello Stato circa 3,8 miliardi. Le domande di rimpatrio sono state 129.565, per un totale di oltre 59 miliardi di euro di attività svelate al Fisco. Il paese da cui proviene la maggior parte dei capitali è la Svizzera (69,6%), seguita a distanza da Principato Di Monaco (7,7%), Bahamas (3,7%), Singapore (2,3%), Lussemburgo (2,2%) e San Marino (1,9%). A differenza di quanto previsto dalle misure di emersione adottate nel passato, l’adesione alla voluntary disclosure comporta il versamento integrale delle imposte e degli interessi, con la riduzione delle sole sanzioni. Inoltre, il contribuente di fatto autodenuncia la propria posizione fiscale, che viene valutata nel suo complesso dall’Amministrazione finanziaria. Una strategia di contrasto all’evasione completamente rinnovata: da una parte il cittadino rivela volontariamente dati e informazioni sui beni nascosti all’estero, dall’altro l’Agenzia si impegna a curare tutte le istanze in contraddittorio con il contribuente.

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