Ancora recessione per l’economia dell’isola. Il prodotto interno lordo nel 2013 è diminuito del 2,5 per cento. Mentre nel 2012 la flessione era stata del 3,4 per cento. Numeri che, pur negativi, dicono che c’è stata almeno una frenata. Le cause? Il forte indebolimento della domanda interna legata alle famiglie che risparmiano e spendono sempre di meno, al calo degli investimenti, alla riduzione dei finanziamenti privati e al complessivo contenimento della spesa pubblica. Sono alcuni dei dati presentati questa mattina dalla Banca d’Italia nel rapporto 2014 sull’economia della Sardegna. Allarme per l’occupazione – ha sottolineato il direttore della sede di Cagliari, Nevio Rodighiero – è diminuita in misura marcata attestandosi sui livelli più bassi degli ultimi dieci anni. Il tasso di disoccupazione è salito soprattutto tra i più giovani. Le rilevazioni continuano a dire che hanno più chance i laureati. Ma negli ultimi anni si è registrato un calo delle iscrizioni all’università.
L’attività dell’industria ha continuato la sua discesa anche nel 2013, anche se si intravedono segnali positivi: il saldo, pur rimanendo con il segno meno, ha segnato un miglioramento rispetto al 2012. Soffrono di più le imprese di piccole dimensioni. Per il 2014 gli imprenditori segnalano una ripresa delle vendite: incremento che riguarda soprattutto chi riesce a stare sul mercato internazionale. Migliora in particolare il settore agroalimentare, mentre continua ad andare male il comparto edile. Influisce soprattutto la frenata nell’acquisto delle case, mentre sono aumentati i lavori di rinnovo e manutenzione. Bene invece il turismo soprattutto grazie agli stranieri, in crescita del 15,4 per cento dopo la flessione del 2012. Anche i flussi nazionali sono aumentati, ma in misura contenuta (2,6 per cento). Espansione del traffico aereo, soprattutto nei collegamenti con l’estero, mentre il movimento di merci rimane ai livelli dell’anno precedente. Congiuntura sfavorevole anche nell’intermediazione finanziaria: i prestiti bancari ai clienti sono diminuiti del 3,5 per cento. In particolare si è accentuata rispetto al 2012 la contrazione dei prestiti alle famiglie: la variazione è stata pari a -2,6 per cento. Morale della favola: nel 2013 si è registrato un nuovo peggioramento della qualità del credito con l’aumento di prestiti inesigibili. (ANSA).