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Progetto Eleonora, il Tar deciderà direttamente nel merito

Nulla di fatto sulla sospensiva, il Tar della Sardegna deciderà direttamente nel merito. Questa la decisione sul ricorso presentato dalla Saras contro la bocciatura da parte del Savi della Regione sul Progetto Eleonora per la trivellazione di un pozzo esplorativo per la ricerca del gas metano nel sottosuolo di Arborea. Davanti al collegio presieduto da Marco Lensi (a latere il relatore Antonio Plaisant e Giorgio Manca), questa mattina la Saras si è presentata con gli avvocati Antonella Capria, Massimo Lai e Teodora Marocco, mentre la Regione era costituita con Alessandra Putzu e Alessandra Camba.

La società della famiglia Moratti ha presentato anche un’istanza cautelare risarcitoria. “Nei giorni scorsi – si legge in una nota della società – i legali del gruppo Saras hanno depositato uno schema riassuntivo dei costi sostenuti in studi, sondaggi e analisi finalizzati a calcolare con esattezza l’impatto sul territorio di un pozzo esplorativo. Investimenti che – ad una prima, parziale, stima – ammontano a 7,2 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti i canoni annuali”.

Nella stessa nota, l’azienda parla di “contraddizione tra atti amministrativi”, posto che “lo stesso Servizio Tutela Paesaggio che, nell’agosto 2014, ha definito il pozzo esplorativo non compatibile con il Ppr, nel 2011 non aveva rilevato tale incompatibilità, dando di fatto via libera alla procedura. Peraltro, se tale presunta incompatibilità fosse stata dichiarata immediatamente, la società non avrebbe investito così tante risorse nel progetto”.

La Saras ribadisce che il ricorso al Tar è stato depositato “a tutela degli azionisti, dei dipendenti e della continuità aziendale” e che “se la richiesta di esplorazione devesse superare la dichiarazione di improcedibilità, e concludersi con una positiva valutazione, sarebbe avviato solo il cantiere per l’attività di ricerca, della durata prevista di sei mesi. In caso di conferma della presenza di gas metano, sarà la Regione Sardegna, quale unica proprietaria della risorsa, a decidere come procedere”.

Nei mesi scorsi vi erano state numerose proteste da parte del Comitato no al progetto Eleonora e lo stesso Comune di Arborea si è costituito davanti al Tar con il legale Mauro Barberio. Superata oggi la fase cautelare senza una vera e propria decisione, il Tar andrà ora direttamente al merito ma la data dell’udienza sarà fissata entro qualche mese.

“Non sarà questo ulteriore rinvio a fare la differenza – si legge in una nota del Comitato No Eleonora -. La differenza la fa invece l’atteggiamento della multinazionale della famiglia Moratti che, non si sa più in quale lingua ripeterlo, continua a non considerare il parere contrario della comunità, degli enti locali, delle aziende del territorio e non ultimo la legislazione regionale che ha già dichiarato illegittimo il progetto di perforazione di S’Ena Arrubia. Atteggiamento superficiale confermato dalla richiesta di “congelamento” del permesso di ricerca, che se a qualcuno può apparire come una mossa difensiva, mira in realtà ad allungare i tempi di concessione per arrivare al superamento della scadenza del 31 marzo 2015 prevista dal decreto Sblocca Italia. Data limite per l’approvazione dei progetti di perforazione ancora pendenti sul territorio italiano. Certo, in Sardegna ci si richiama alla specialità dello Statuto Autonomo, ma nessuno si ferma ad analizzare il contemporaneo tentativo di modifica del Titolo V. Staremo a vedere. Ciò che teniamo a sottolineare è che la nostra posizione, così come quella della cittadinanza e di tutti coloro che si sono schierati per un fermo e secco NO al Progetto Eleonora, non cambia e non cambierà in futuro. L’unica mossa intelligente da parte di Saras sarebbe quella di ritirare il Progetto e rinunciare al ricorso”.

 

 

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