(M. S.)
Il 2022 sarebbe dovuto essere l’anno della ripresa, quello che avrebbe dovuto lasciare le restrizioni da Covid alle spalle. Grazie a questo fattore, l’anno in cui il turismo isolano avrebbe dovuto fare registrare un importante segno ‘più’ nei bilanci di aziende e operatori che in qualche modo hanno a che fare con il settore dei servizi turistici.
Invece i segnali non sempre sono dei migliori e il contesto generale (la guerra in Ucraina in testa) non aiuta l’ottimismo e causa effetti negativi. Il primo aspetto riguarda il trasporto aereo visto che se l’indizio è rappresentato dai costi operati dalle compagnie per il periodo di Pasqua, significa che arrivare in Sardegna sarà un salasso. Infatti, mediamente i non residenti che vogliono trascorrere qualche giorno nell’Isola dovranno pagare circa 600 euro tra andata e ritorno per un volo che da Roma o Milano arriva a Cagliari, Alghero e Olbia.
A questo si aggiunge il fatto che molte aziende sarde, quindi quelle che offrono servizi necessari per aumentare la qualità dell’offerta, sono in sofferenza. Primo perché la luce in fondo al tunnel dei periodo Covid è meno forte di quanto si pensasse e secondo perché i costi di gestione di un’attività sono mediamente aumentati. Le materie prime costano di più e così l’energia.
Un piccolo spiraglio è arrivato dal decreto firmato dal premier, Mario Draghi, che prevede l’arrivo di Gas liquido naturale (Gnl) in Sardegna, con le navi gasiere e la distribuzione sul territorio. La Sardegna sarà collegata a Tyrrhenian Link, l’elettrodotto sottomarino da mille mega watt che collegherà l’Isola con Sicilia e Campania.
I prossimi giorni potranno essere un banco di prova importante per la Sardegna turistica che, intanto, continua a promuoversi in saloni importanti per il settore (Bit Milano e Vinitaly) e ottiene importanti attestati sulla bellezza a livello internazionale.