Prezzo del latte, il Csa va all’attacco: “L’organismo interprofessionale tace”

Fase cruciale per il prezzo del latte ovino in Sardegna, al termine della stagione di produzione. Una situazione in cui, però, ci sono alcune lacune, almeno secondo il presidente del Centro studi agricoli (Csa), Tore Piana, che oltre sottolineare che “difficilmente il prezzo del latte raggiungerà un euro a litro, va all’attacco di Oilos (Organismo interpofessionale latte ovino sardo) colpevole di “essere assente in questo momento importante”. Il problema è che “non si hanno notizie da mesi, non si conosce nessuna traccia, nessuna azione, nessuna proposta, nella piena indifferenza di tutti – attacca Piana – eppure la Sardegna si è dotata dello strumento per poter elaborare, approvare e imporre a tutta la filiera un contratto tipo per il latte ovino”. E così mentre il Consorzio del pecorino romano dop “in questi mesi si è attivato per porre in essere tutte le azioni ritenute utili, come  l’approvazione di un nuovo piano dell’offerta e azioni a favore del credito e della promozione delle produzioni”, nessuna voce arriva dall’Organismo che oltretutto può contare su uno “stanziamento di centomila euro per il suo funzionamento”. Da qui la richiesta da parte del Centro studi agricoli nei confronti dell’assessorato regionale all’Agricoltura per sapere se l’amministrazione stia “vigilando sull’operato di Oilos e nel caso di inadempienza si proceda con il commissariamento per renderlo esecutivo nel minor tempo possibile – conclude Piana – visto che è stato sprecato molto tempo e la nuova stagione delle produzioni non può subire situazioni di incertezza”.

E sulla questione del latte è intervenuto anche il deputato di Fratelli d’Italia, Sasso Deidda, che ha chiesto la  la convocazione immediata del tavolo al ministero dell’Agricoltura per consentire ai pastori possano discutere il piano triennale del pecorino romano: “Non chiediamo miracoli sul prezzo, che comunque preoccupa, ma quello che fa paura e rabbia è che mancano le riforme strutturali”. Per l’esponente di FdI ci sono alcune mosse da mettere in campo urgentemente: “Bisogna ridare potere ai produttori, certificare il latte più di qualità, controllare chi fa eccedenze e sanzionarlo pesantemente, calcolare il prezzo non solo con il pecorino romano. Se le strutture politiche sono in crisi, le burocratiche possono proseguire il lavoro. Mi appello anche al Consorzio di tutela: non faccia gli errori del passato ossia mancanza di dialogo e trasparenza”.

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