Tutti convocati al ministero. A occuparsi del caso Portovesme srl, l’azienda controllata dalla Glencore che nel Sulcis Iglesiente gestisce la fabbrica metallurgica e ha annunciato lo stop alla linea zinco, saranno i ministri Adolfo Urso, Marina Calderone e la sottosegretaria Fausta Bergamotto. L’incontro è previsto per le 18 del 24 settembre e al tavolo, in presenza o in modalità da remoto, ci saranno i rappresentanti delle organizzazioni sindacali, la Regione, e l’azienda.
Al centro della discussione il futuro dello stabilimento sardo tra la decisione dell’azienda di fermare la linea zinco e i progetti di rilancio, compresi quelli legati alla valorizzazione del Litio. La Regione e i sindacati hanno rimarcato la necessità di salvaguardare le produzioni e l’occupazione di circa 1.200 lavoratori (tra diretti e indotto) mantenendo la linea zinco attiva sino all’avvio degli altri progetti. Richiesta ribadita dalla presidente della Regione Alessandra Todde anche durante il suo incontro in fabbrica domenica. Questa mattina, intanto, i rappresentanti della Commissione industria del Consiglio regionale hanno incontrato sindacati e lavoratori per fare il punto sullo stato della vertenza.
L’assessore dell’industria, Emanuele Cani, ha ribadito e rafforzato l’unità di intenti con le rappresentanze sindacali degli stabilimenti Glencore di Portovesme e di San Gavino nel corso di un vertice che si è svolto, oggi, nella sede dell’assessorato. “Con i sindacati – ha evidenziato l’assessore – si è condiviso un passaggio fondamentale. Punto fermo di questa vertenza, da sostenere unitariamente, e in linea con gli impegni già assunti dalla società, è l’assoluto rifiuto della chiusura della linea zinco. Non accetteremo – ha sottolineato – che si mantenga in funzione solo la produzione dei forni Waelz, gli impianti rotativi che trattano i fumi di acciaieria e residui”.