Portovesme srl, da Governo e Glencore tutto tace: “L’esecutivo non può cedere al diktat di una multinazionale”

Più di dieci giorni dall’incontro tra ministero e vertici Glencore e ancora nessuna informazione è trapelata. Di più: il Governo non ha “ritenuto, fino a oggi, di convocare un confronto per dar conto dello stato della vertenza e dei rapporti con la multinazionale”, ha detto il segretario della Cgil Sardegna, Fausto Durante, sottolineando che “il ministro Urso, anche nell’audizione che ha svolto alla Commissione parlamentare Attività produttive, ha richiamato l’attenzione soltanto su quel progetto mentre al tavolo con i sindacati, la Regione e i vertici della stessa azienda, aveva condiviso la necessità che non vengano in alcun caso smantellate le produzioni attuali”.

Sul tema si muove anche la parlamentare cagliaritana Francesca Ghirra, che ha annunciato per oggi una interrogazione nella commissione Attività produttive alla Camera. “Mi unisco all’appello della Cgil Sardegna e già domani presenterò un’interrogazione a risposta immediata per capire se il ministro abbia ribadito alla Glencore la richiesta di mantenere in produzione la linea dello zinco primario a Portovesme. La riconvocazione del tavolo di concertazione è quantomai urgente” dichiara la deputata. “Dopo l’incontro del 9 ottobre tra il Ministro e l’azienda nulla si è saputo rispetto al progetto “litio” – continua Ghirra – ma vista la gravità della situazione e le ripercussioni drammatiche sui lavoratori e sull’intero settore produttivo, considerato strategico per l’intero Paese, è assolutamente necessario fare chiarezza e pretendere che la Glencore rispetti gli accordi”.  

Anche per la Cgil, la Glencore deve proseguire con le attività della linea zinco e, anzi, riprendere quella del piombo, entrambe produzioni considerate dallo stesso governo nazionale strategiche per il Paese: “Non accettiamo che vengano smantellate in attesa di ipotesi fumose di progetti alternativi – spiega Durante – occorre garantire il mantenimento dei livelli occupazionali del sito di Portovesme, con i suoi 1.200 lavoratori e lavoratrici diretti e degli appalti”. Per queste ragioni, la Cgil sollecita la riconvocazione del tavolo a Roma e chiede anche alla Regione di portare avanti le dovute interlocuzioni per una nuova riunione nella quale richiamare Glencore alle proprie responsabilità nei confronti del territorio, della Sardegna e dell’intero Paese. “Il Governo nazionale non può cedere ai diktat di una multinazionale che decide di abbandonare l’Italia delocalizzando in altri Stati europei attività svolte, per decenni e con grande profitto, nel sito del Sulcis Iglesiente. 

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