Venerdì 20 dicembre, il Dipartimento per le Politiche per le Imprese del Mimit effettuerà un sopralluogo nello stabilimento Glencore di Portovesme, dove l’impianto per la produzione dello zinco è attualmente fermo. La visita è stata al centro dell’assemblea della Filctem Cgil della Sardegna sud-occidentale che si è tenuta alcuni giorni fa.
L’obiettivo del sopralluogo, secondo quanto emerso dall’incontro dei sindacati, è valutare lo stato dell’impianto e verificare eventuali interessi di terzi per l’acquisizione o il riutilizzo di alcune sezioni della Portovesme Srl che sono inattive o sottoutilizzate. Durante la vista, inoltre, potrebbe anche essere affrontato il tema di uno studio di fattibilità per avviare la produzione di litio attraverso il riciclo delle batterie di ultima generazione, in linea con gli obiettivi di transizione ecologica ed energetica.
“E’ necessario che il 20 dicembre, le organizzazioni sindacali devono essere coinvolte per governare i possibili processi di cambiamento, a salvaguardia del futuro delle lavoratrici e dei lavoratori diretti e indiretti – sottolineano dalla Filctem Cgil della Sardegna sud-occidentale -. Occorre mettere in atto strumenti a sostegno al reddito a parità di salario utilizzando ammortizzatori sociali speciali e formazione per tutte le lavoratrici e lavoratori dello stabilimento con particolare attenzione verso le imprese d’appalto, anello debole della catena; ragionare non come singola vertenza ma come sito di Portovesme cogliendo, nell’immediato, su possibili occasioni di investimenti nell’area”.
Per quanto riguarda il sito produttivo di San Gavino Monreale, che continuerà le sue attività almeno fino all’inizio dell’estate, il sindacato ha ricordato che “dispone di competenze e impianti tali da renderlo un candidato ideale a diventare un hub europeo per la raffinazione di metalli preziosi e materie critiche, come il bismuto”.
Tuttavia, l’assemblea ha espresso forte preoccupazione per i ritardi infrastrutturali che affliggono la zona industriale di Portovesme e per l’incertezza sul futuro della centrale Enel di Portoscuso. Dopo 60 anni di attività industriale intensiva, la centrale è destinata al phase-out del carbone nei prossimi anni, senza che sia stato previsto un piano di riconversione, come invece è avvenuto in Sicilia.