Portovesme, i lavoratori scrivono a Mattarella: “Serve un intervento, a rischio il futuro di 1200 famiglie”

Non si ferma la mobilitazione dei lavoratori e sindacati della Portovesme srl, l’azienda metallurgica controllata dalla Glencore, che recentemente ha annunciato lo stop alla linea zinco per via degli alti costi energetici.

Oggi i delegati sindacati hanno scritto al presidente della Repubblica chiedendo un intervento per la vertenza che riguarda il futuro delle produzioni e delle 1200 persone che lavorano nella fabbrica che produce zinco, piombo, oro, argento, rame e acido solforico.

“Il giorno 5 Settembre la multinazionale Glencore, nostra capogruppo, comunica la decisione di interrompere le produzioni di Zinco nel sito di Portovesme, fatta accezione per un piccolo reparto che tratta fumi di acciaieria – si legge nella lettera -. L’interruzione delle produzioni con il conseguente abbandono del sito, denota drasticamente il disimpegno da parte della società, verso un territorio che ha ospitato la multinazionale per oltre 25 anni con tutto quello che implica una “industria pesante” in termini di sacrificio ambientale”.

La lettera prosegue rimarcando che sono 1200 le famiglie “che vivono questo dramma”. Quindi la richiesta di aiuto alle istituzioni.

“Un anno fa 4 lavoratori furono costretti a salire sulla ciminiera dello stabilimento e rimasero a 100 metri per 4 giorni ininterrottamente in condizioni al limite dell’umano, nel tentativo di attirare l’attenzione nei confronti di un’altra importante vertenza. Un gesto estremo, disperato ma necessario per dare risalto ad una situazione estremamente grave – prosegue la lettera-. Molti dei temi che quotidianamente ci troviamo a discutere nel nostro territorio, come la denatalità, lo spopolamento, l’abbandono scolastico, la microcriminalità, crediamo abbiano tutti una soluzione di continuità, una matrice comune nel lavoro”.

Quindi l’appello accorato: 
“Questa vertenza cade proprio in concomitanza con la sua visita a Cagliari per l’inaugurazione del nuovo anno scolastico; siamo di fronte ad una situazione in cui non solo si sta mettendo in discussione il diritto al lavoro, ma anche il diritto allo studio per i figli di quei lavoratori. Si sta mettendo in discussione la tenuta sociale del Sulcis Iglesiente”.

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