Porto canale di Cagliari, si chiude tutto: tolta cassaintegrazione a 200 licenziati

I 200 licenziamenti al Porto canale di Cagliari sono confermati. La doccia freddissima sul futuro dell’occupazione nello scalo industriale del capoluogo è arrivata ieri da Roma, dal tavolo convocato dal ministero per lo Sviluppo economico (Mise) e dove si sono ritrovati Regione, sindacati e Contship, la società di gestione uscente. Da oggi i 200 lavoratori sono disoccupati perché ieri è scaduta la cassaintegrazione.

I sindacati sono saliti sul piede di guerra. “È un gesto irresponsabile da parte dell’azienda di cui non riusciamo a comprendere il senso -commenta il segretario generale della Uiltrasporti Sardegna, William Zonca -. Un’azienda che per ventitré anni ha avuto tanto Sardegna e dai propri dipendenti, non avrebbe dovuto mettere duecento famiglie sulla strada all’improvviso, ma scegliere la soluzione degli ulteriori ammortizzatori sociali che il Governo si era impegnato a garantire per altri sei mesi”.

Dello stesso avviso la Cisl. “Siamo profondamente sconcertati diquanto sentito durante la videoconferenza – affermano il segretario generale di Cagliari, Mimmo Contu, e quello regionale di Fit, Corrado Pani -. Riteniamo assurde, infondate e pretestuose le dichiarazioni della Contship, poiché con il lavoro svolto in queste settimane di concerto insieme a Mise e Regione Sardegna, nonostante le problematiche dovute alla pandemia, aveva portato a elaborare un decreto attuativo all’interno del decreto agosto, ciò che appunto avrebbe garantito sei mesi di proroga della Cigs e un costo pari a zero per la stessa azienda”.

I due esponenti della Cisl annunciano che “alla luce di quanto avvenuto ci riserveremo di verificare se vi sono tutte le condizioni per promuovere, nelle sedi copetenti, ogni azione necessaria a difesa dell’occupazione. Al contempo, da domani (oggi, ndr) ci mettiamo al lavoro per promuovere con le altre organizzazioni sindacali, il Mise e la Regione, tutte quelle iniziative che consentano le massime tutele ma soprattutto la salvaguardia di tutte le professionalità dei lavoratori portuali”.

Tuttavia è tardi per recriminare. Perché il Comitato di gestione dell’Autorità portuale già un anno fa aveva revocato alla Contship la licenza d’impresa cosiddetta Cict, cioè per la mobilitazione dei container,, rilasciata nel 1997. L’area occupata dall’azienda si estende 400mila metri quadri di piazzali, per una superficie totale di 900mila metri quadri, a cui vanno aggiunti i 1.500 metri di banchine con fondali di sedici metri. La Contship è una spa con sede legale a Melzo, in provincia di Milano.

Immediata la replica dell’assessora del Lavoro, Formazione e Cooperazione Sociale, Alessandra Zedda. “Apprendiamo che la Contship ha deciso di non applicare la cassa integrazione ai 200 lavoratori del Porto Canale di Cagliari, strumento che avrebbe consentito per i prossimi sei mesi un sostegno economico a tutela delle famiglie coinvolte. L’obiettivo della Regione è ora di trovare soluzioni alternative o di integrazione alla Naspi – commenta -. Il lavoro svolto in queste settimane con sindacati e Mise è stato costante e costruttivo. Si era riusciti a elaborare una norma ad hoc per evitare il licenziamento. Non solo – prosegue Zedda – l’azienda non avrebbe avuto nessun costo aggiuntivo in ottemperanza del Decreto Agosto attuato dal Governo”.

Pochi giorni fa si è chiusa la gara internazionale, bandita dall’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna nel dicembre 2019 e conclusasi dopo tre proroghe rese necessarie dalle sollecitazioni per approfondimenti tecnici da parte di alcuni soggetti interessati e, aspetto non secondario, per la persistente situazione emergenziale sanitaria. Oltre 130 i milioni di euro che potranno essere svincolati ed investiti alla luce dello sblocco deliberato dal Consiglio dei Ministri: 95 per il banchinamento e la realizzazione del Terminal per navi Ro-Ro (per il quale è stato aggiudicato nei giorni scorsi l’incarico per l’adeguamento della progettazione definitiva); 27 milioni e 500 mila circa per il secondo lotto del distretto della nautica, sul quale è in corso l’apertura delle offerte pervenute all’Adsp a seguito del bando indetto il 15 giugno scorso; circa un milione di euro per le opere di mitigazione e compensazione.

“È nostro auspicio, grazie alla manifestazione d’interesse arrivata in risposta all’avviso internazionale per la gestione dell’intero compendio portuale, che vengano espletate al più presto tutte le procedure sulla valutazione dell’istanza affinché, grazie allo sblocco dei vincoli paesaggistici – siglato nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri che ha di fatto rigettato l’opposizione formulata dal Mibact – si possa dare attuazione al progetto che consentirà il tanto atteso rilancio dell’intero sistema portuale cagliaritano e una nuova e più che mai necessaria stagione per l’occupazione”, conclude l’esponente della Giunta Solinas.

“È incredibile e inaccettabile la reazione di rifiuto da parte di Contship alla richiesta di sindacati e istituzioni di prorogare di sei mesi la cassa integrazione straordinaria per le lavoratrici e i lavoratori del Porto Canale di Cagliari. Così si mette a serio rischio il lavoro fatto in questi mesi per salvare i 200 posti di lavoro e trovare un nuovo player che investa in questo importante scalo. Nonostante la disponibilità dei livelli istituzionali a ricercare soluzioni per mantenere i livelli occupazionali in una regione già fortemente colpita dalla crisi economico-finanziaria degli scorsi anni, i lavoratori finiranno comunque in Naspi, l’indennità di disoccupazione, e si perderanno altri posti di lavoro”, dichiarano Andrea Cuccello, segretario confederale Cisl, e Salvatore Pellecchia, segretario generale Fit-Cisl.

“Siamo rimasti allibiti – proseguono Cuccello e Pellecchia – nell’udire le ragioni di questa scelta distruttiva della società, la principale delle quali è che in questi giorni non è stato possibile raggiungere tutti gli azionisti di Contship, soprattutto quelli tedeschi, e poiché le regole interne dell’azienda non permettevano di decidere senza consultare l’azionariato e i pochi azionisti raggiunti avevano rifiutato la proroga della cigs allora la società stessa ha deciso per il no. Come Cisl e come Fit-Cisl a tutti i livelli stigmatizziamo la scelta irresponsabile di Contship, ma siamo tuttavia convinti che c’è ancora tempo come dimostrano altri casi precedenti. Chiediamo pertanto un ulteriore spazio per la trattativa con la società e le istituzioni sottolineando che non ci sono costi da addebitare alla stessa Contship e che le parti in causa hanno tutto da guadagnare dalla proroga della cisg che può ancora essere fatta. Tale prolungamento è preziosissimo perché darebbe più tempo per intervenire a nuovi potenziali player che vogliano investire nel Porto Canale, visto che nei mesi scorsi il Covid-19 ha rallentato di molto le possibilità di confronto”.

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