Pecorino romano, la sfida dell’etichetta: puntare a una corretta informazione

Tutelare il prodotto Pecorino romano dop significa anche “garantire una corretta informazione sul valore e sulle qualità nutrizionali”. È l’idea di Salvatore Palitta, presidente del Consorzio di tutela del Pecorino romano, convinto che per portare avanti questo percorso sia necessario “un accordo di filiera”. Un concetto che Palitta ha espresso durante il convegno sui pascoli naturali oragnizzato dal Cnr: “La divulgazione di una corretta informazione sulle qualità nutrizionali del nostro formaggio tutelato è una sfida complessa ma fondamentale il 66 per cento dei consumatori non consulta le etichette dei prodotti alimentari perché illeggibili o poco comprensibili, ma la tracciabilità della materia prima è fondamentale per la sicurezza del consumatore e la valorizzazione dei prodotti di qualità”.

È ancora vivo, per il presidente del Consorzio, il ricordo della campagna diffamatoria orchestrata ai danni del formaggio, “basata sulla mancata tutela per via dell’utilizzo di latte rumeno“. Un affondo che ha aumentato il livello di diffidenza, “nonostante le autorità abbiano smentito le calunnie”. Per questo motivo “solo con una corretta informazione sulla nutrizione consapevole può arginare questa tendenza”.  Nel dicembre 2018 una pubblicazione del Journal of food composition ha rivelato che il Pecorino Romano dop a cinque mesi di stagionatura è naturalmente privo di lattosio. “Questo dimostra che la ricerca sulla composizione degli alimenti non deve mai interrompersi. Il Consorzio deve promuoverla e alimentarla. Grazie alla collaborazione di Agris e Sardegna Ricerche è stata predisposta di recente la nuova tabella nutrizionale aggiornata e a breve saranno illustrati i lavori conclusivi di un importante progetto innovativo per la determinazione della macro-composizione del formaggio Pecorino romano con un metodo non invasivo”, ha concluso Palitta.

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