Dopo un presidio durato 48 ore gli operai dell’Eurallumina di Portovesme, questa mattina sono stati convocati a Palazzo Chigi per un incontro con il premier Matteo Renzi. Il faccia a faccia è cominciato intorno alle 11.30 mentre un secondo presidio era operativo in contemporanea davanti ai cancelli della fabbrica, nel Sulcis.
La delegazione, guidata dallo storico sindacalista della Rsu Antonello Pirotto e accompagnata dal parlamentare Francesco Sanna, ha esposto al presidente del Consiglio lo stato dell’arte della vertenza. L’attività nello stabilimento, primo anello della filiera dell’alluminio in Italia, è bloccata dal 2009 e da allora gli operai sono in cassa integrazione a rotazione garantendo comunque le manutenzioni in attesa della ripresa produttiva.
Sull’incontro, Sanna ha diffuso una nota che si apre con una nota di colore: “Il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE), convocato a Palazzo Chigi il Primo Maggio per deliberare 3,5 miliardi di euro di interventi nella ricerca e nella cultura, ha aspettato un quarto d’ora rispetto alla convocazione perché, un piano sotto la Sala Verde, il Presidente del Consiglio stava finendo discutere con la delegazione di lavoratori dell’Eurallumina”.
“L’incontro – ha raccontato Sanna – si è svolto nella saletta davanti allo studio del Presidente, dove normalmente si ricevono gli ospiti importanti. Davanti ad un caffè, si è ripercorsa la lunga vicenda di Eurallumina: dalla chiusura della produzione, passando per gli accordi di programma, il contratto di sviluppo con Invitalia e l’avvio delle procedure di valutazione di impatto ambientale e autorizzative della significativa ristrutturazione dello stabilimento di Portovesme dove si produce l’allumina, il primo stadio (dopo l’estrazione mineraria della bauxite) per l’ottenimento dell’alluminio e delle sue leghe. Sullo specifico dossier di Eurallumina, il Presidente del Consiglio ha risposto positivamente alla richiesta formulata dai lavoratori, di uno sforzo di coordinamento finale da parte del Governo di tutte le istituzioni coinvolte – come previsto dagli accordi a suo tempo siglati – per poter concludere positivamente la fase delle autorizzazioni e iniziare l’investimento di ristrutturazione”.
“La discussione – ha proseguito Sanna nella nota – si è poi allargata alle altre “cose da fare” per rilanciare lo sviluppo della Sardegna sud occidentale. Centrale la vicenda Alcoa, per la quale Renzi ha confermato di avere presto in programma un incontro con i vertici di Glencore (e lì gli si sono illustrate le sinergie operative della ripartenza di Eurallumina, che farebbe diventare “a chilometri zero” la fornitura della materia prima dello stabilimento Alcoa). Poi si è parlato delle bonifiche, dell’attrattore turistico rappresentato dalle strutture minerarie dismesse e dall’aiuto che può venire da un Parco Geominerario che riprenda a funzionare con la partecipazione delle autonomie locali, della possibilità di rafforzare per dimensione e qualità una ricettività turistica rispettosa del paesaggio e dell’ambiente. E ancora: della possibile coesistenza e crescita di un settore agroalimentare e della pesca”.
“Il Presidente ha ricordato la sua “scoperta” – al laboratorio del Gran Sasso – del progetto ARIA, che l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, l’università americana di Princeton, la Regione Sardegna realizzeranno nella miniera Carbosulcis di Seruci (Gonnesa). Gli si è spiegato che anche nella completa riutilizzazione di quelle infrastrutture minerarie per fini scientifici e produttivi – anche se non più estrattivi – passa la possibilità di uno sviluppo diversificato del Sulcis, che non vanifichi e faccia scomparire le competenze minerarie di decine di giovani già formati. E’ una chanche da non perdere – ha detto Sanna – anche la riconversione di circoscritti ambiti industriali, che potrebbero ospitare senza ulteriore consumo del suolo a Portovesme uno degli stoccaggi del Gas Naturale Liquido della Sardegna, così come ENEL va invece invitata a mettersi nelle condizioni di fare sinergia con la possibile realizzazione di uno stabilimento per la produzione di etanolo”.
“Di tutte queste cose il Presidente del Consiglio si è impegnato a tener conto, nella fase conclusiva della redazione del Patto per la Sardegna, che sottoscriverà con il Presidente della Regione Francesco Pigliaru nella sua prossima visita nell’Isola. Durante la riunione, i lavoratori non si sono tolti il casco protettivo, non per maleducazione, ma per auspicio di doverlo rimettere ogni giorno, nel loro stabilimento di nuovo in marcia”, ha concluso Francesco Sanna.
Si è arrivati alle ultime battute per la riapertura della fabbrica, dopo la conferma dell’investimento di 200 milioni di euro da parte della proprietà, la Rusal. Si aspetta solo il via libera della Regione. Da qui il pressing dei lavoratori per una accelerazione.
Immagine di repertorio
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