Ondate di calore troppo violente, apicoltori Coldiretti: “Moria senza precedenti”

“Sarà una annata difficile per il sistema apistico nel Sud Sardegna”. Ad annunciarlo è Coldiretti attraverso una nota nella quale è spiegata la situazione del comparto che sta pagando “la forte ondata di calore delle scorse settimane”. La situazione più grave si registra nel Basso Campidano, nel Sarrabus, nel Gerrei e alcune zone della Trexenta, “con le perdite delle famiglie di api che si aggirano in media intorno al 40 per cento”, ciò che porterà a “un calo produttivo anche nel medio-lungo periodo”, spiegano dall’associazione giallo-verde.  

APICOLTURA. “È stata una pessima annata per il Sud Sardegna – sottolinea Franco Anedda, apicoltore di Villaputzu e responsabile del comparto per Coldiretti -: siamo abituati alle ondate di calore, ma quest’anno gli eventi estremi che si sono prolungati per troppo tempo, con picchi di oltre 50 gradi nei territori. Tali condizioni hanno messo in ginocchio la produzione in molte aree del meridione dell’Isola: nella mia azienda rischiamo la mancata produzione di un anno intero”. La perdita delle famiglie di api costa cara non solo sul lato economico attuale ma anche in vista della produzione futura. “Queste conseguenze – continua Anedda – ci saranno anche a lungo termine, con effetti negativi sia sulle api che sulla vegetazione: da anni le condizioni meteorologiche si fanno sempre peggiori e oggi questi estremi stanno facendo morire il settore. Lavorare così è dura”.

COLDIRETTI CAGLIARI. Dalla sezione del capoluogo parla il presidente Giorgio Demurtas: “Dobbiamo seriamente porre in campo un serio dibattito sul fronte del cambiamento climatico che sta spingendo questi eventi estremi a ripetersi con sempre maggiore frequenza e violenza. La moria delle api – spiega – non solo crea gravi danni all’economia del miele in Sardegna, ma anche agli stessi ecosistemi della nostra Isola. L’ape è uno dei maggiori impollinatori presenti in natura ma già in via di estinzione, ciò che rischia di compromettere ulteriormente la stessa sopravvivenza di molte specie vegetali e arboree. Dobbiamo riflettere seriamente sulle politiche di difesa del nostro ecosistema”.

CAMPIDANO. La medesima situazione drammatica è vissuta anche da un altro produttore del Sud Sardegna, Romano Meloni dell’azienda Le Tre Api. “Dal 19 al 24 luglio non abbiamo avuto pause con le ondate di calore e la più forte, quella del primo giorno, ha creato una bolla d’aria anomala che ha soffocato la maggior parte delle famiglie di api che abbiamo. Le temperature bollenti hanno fatto fondere il miele alla cera nelle arnie, creando danni enormi. E siccome non è andata meglio nei giorni a seguire, anche le poche famiglie sopravvissute che non ce l’hanno fatta”. Dice ancora Meloni: “Valutiamo i danni giorno per giorno, man mano che riusciamo ad aprire le arnie. Noi abbiamo perso più del 50 per cento delle api, con danni che si ripercuoteranno nei prossimi anni, dovendo ripartire quasi da zero nel 2024. In oltre 40 anni di attività non abbiamo mai vissuto una situazione simile”.

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