Olmedo, minatori di nuovo sul piede di guerra: “Impianto fermo, futuro incerto”

Riesplode la protesta dei 35 lavoratori della miniera di bauxite di Olmedo: stamattina gli ex dipendenti della S&B Minerals, società greca che ha rinunciato alla concessione mineraria da più di un anno, hanno manifestato ai cancelli dello stabilimento insieme ai rappresentanti di Filtcem Cgil, Femca Cisl e Ugl Chimici.

“Chiediamo risposte reali e concrete riguardo al futuro dei minatori”, affermano i responsabili territoriali delle tre organizzazioni, Massimiliano Muretti, Luca Velluto e Simone Testoni. “Stiamo aspettando già da troppo tempo il riavvio dell’attività estrattiva – dicono – ci sono tutte le condizioni per il riavvio, i problemi lasciati in eredità dal precedente concessionario devono essere superati nel più breve tempo possibile”.

Lappello delle organizzazioni sindacali è per la Regione “che non deve solo vigilare ma essere parte attiva, supportando i nuovi concessionari, accelerando sui processi autorizzativi e pretendendo che tutti i lavoratori siano reintegrati”. Muretti, Velluto e Testoni chiedono un incontro con gli assessorati regionali dell’Industria e del Lavoro, “per fare il punto della situazione e stabilire tempi e modi di riavvio”.

La preoccupazione dei lavoratori è che questa situazione possa durare ancora a lungo, mentre la loro mobilità scadrà tra cinque mesi e poi si troveranno senza retribuzione e senza un lavoro. La European Bauxite, leader nel campo delle estrazioni, e la Mediterranean Ship, società che fa riferimento all’imprenditore sardo Giancarlo Acciaro, hanno rilevato la concessione del giacimento con l’intenzione di rimettere in moto l’attività. Il loro intervento aveva messo fine a una lunga stagione di proteste, con i dipendenti costretti persino a occupare le gallerie a 180 metri di profondità pur di ottenere l’attenzione della politica e del tessuto imprenditoriale, locale ma non solo, rispetto a una realtà ancora potenzialmente produttiva.

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