Metano, l’assessora Pili sull’esclusione: “I sardi hanno diritto a prezzi uguali”

“I cittadini sardi hanno il diritto di ottenere il metano a un prezzo uguale a quello applicato al resto d’Italia, nonché di infrastrutture capaci di rendere competitive le imprese sarde”.

È quanto sostenuto dall’assessora dell’Industria, Anita Pili, durante una riunione in videoconferenza di Agenda Industria, ribadendo la necessità per cui la Regione, di concerto con le parti datoriali e le organizzazioni sindacali, debba essere coinvolta dal Governo sulla partita legata all’energia.

“È inaccettabile che la Sardegna sia esclusa dal processo decisionale che determinerà lo sviluppo industriale dell’Isola – sottolinea Pili -. La Sardegna ha lavorato con le altre regioni, nell’ambito della Conferenza che le riunisce, per proporre alcune modifiche del Dl Semplificazione su diversi punti, tra i quali è stato proposto, all’unanimità, un emendamento che riformulava l’impostazione del Mise e la rendeva più aderente al Pniec, Piano Nazionale Integrato Energia e Clima”.

Le proposte emendative, approvate in Conferenza Unificata Stato Regioni, sono state formalmente trasmesse alle competenti commissioni del Senato presso le quali era attesa la discussione per la conversione in legge.

“Come già osservato dal presidente della Regione, Christian Solinas, durante le Commissioni del Senato, il Governo, e in particolare il ministero dello Sviluppo Economico, è rimasto sordo alle varie sollecitazioni di confronto avanzate dalla Regione”, prosegue la titolare dell’Industria.

Lo studio che Arera ha commissionato a Rse, Ricerca Sistema Energetico Spa, per una valutazione indipendente sulle possibili configurazioni infrastrutturali per lo sviluppo energetico della Sardegna, dimostra sia che l’idrogeno in un futuro prossimo ricoprirà un ruolo importante nell’equilibrio di questo sistema, sia che le centrali sarde riconvertite a gas naturale sono un tassello essenziale del sistema energetico nazionale.

“La Regione Sardegna pertanto denuncia con forza una tale arroganza istituzionale, tanto più su un tema come quello energetico sul quale ha potestà di pianificazione e autorizzazione a norma di statuto, e confida in un ripensamento del Mise nel soprassedere a questa scellerata norma – conclude Anita Pili – aprendo al contempo un confronto tra le Istituzioni per dare attuazione ai tanti impegni e ai patti siglati nel tempo e che finora non sono stati rispettati”.

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